Nell’arco di tre mesi, dal 27  dicembre 2020 al 26 marzo 2021, in Italia sono stati segnalati
100 casi di decesso correlati temporalmente alle vaccinazioni
anti-Covid con uno dei tre vaccini finora disponibili, ovvero
quelli di Pfizer, Moderna e AstraZeneca. Solo per uno di questi
casi e’ stata pero’ al momento provata una correlazione diretta
con l’immunizzazione. Il nuovo bilancio arriva dal terzo
Rapporto di farmacovigilanza sui vaccini COVID-19 dell’Agenzia
italiana del farmaco (Aifa). In questo arco temporale, sono 76 i
decessi segnalati dopo la vaccinazione con Pfizer, 12 con il
vaccino Moderna e 12 con quello AstraZeneca.
Il tasso generale di segnalazione per i decessi e’ pari a 1,1
casi ogni 100mila dosi di vaccino somministrate. In particolare,
per il vaccino Pfizer-Comirnaty e’ pari a 1,1 su 100mila dosi,
per Moderna e’ di 2,8 e per il vaccino Vaxzevria di AstraZeneca
e’ pari a 0,7. La distribuzione per tipologia di vaccino,
chiarisce l’Aifa, “dipende in parte dal diverso numero di dosi
somministrate per i vari vaccini nelle varie fasce d’eta’ “. Le
valutazioni dettagliate dei casi, avverte inoltre l’Agenzia del
farmaco, “suggeriscono l’assenza di responsabilita’ del vaccino
nella maggior parte di questi, in quanto si tratta spesso di
soggetti con patologie intercorrenti o pregresse. Di
conseguenza, sia la valutazione della causa di morte che
l’attribuzione del nesso di causalita’ risultano complesse”. Al
momento, il 64% delle segnalazioni con esito fatale (pari a 64
sui 100 casi segnalati) e’ stato valutato e il 36% non ancora.
Rispetto al totale delle segnalazioni con esito fatale, il nesso
di causalita’ e’ risultato non correlabile nel 38% dei casi,
indeterminato nel 22% e inclassificabile nel 3%. Il nesso di
causalita’ “risulta correlabile in 1 sola segnalazione, relativa
ad un uomo di 79 anni” con patologie pregresse e vaccinato cin
un vaccino a mRNA.
Un focus specifico e’ inoltre dedicato agli eventi
tromboembolici dopo la somministrazione del vaccino Vaxzevria.
Si sono verificati, entro 2 settimane dalla vaccinazione, spiega
l’Aifa, “dei casi molto rari di trombi associati a bassi livelli
di piastrine nel sangue”. Su un totale di 62 casi inseriti nella
rete europea Eudravigilance, in Italia sono stati segnalati 7
casi (con 2 decessi) di trombosi dei seni venosi intracranici e
4 casi (con 2 decessi) di trombosi di piu’ vasi sanguigni in sede
atipica sui 24 inseriti nello stesso periodo nella rete Ue.
Quanto alle sospette reazioni avverse, sono pervenute 46.237
segnalazioni su un totale di 9.068.349 dosi di vaccino
anti-Covid somministrate (510 ogni 100.000 dosi), di cui il
92,7% sono riferite a eventi non gravi. Le segnalazioni gravi
corrispondono al 7,1% del totale, con un tasso di 36 eventi
gravi ogni 100.000 dosi somministrate, indipendentemente dal
tipo di vaccino, dalla dose (prima o seconda) e dal possibile
ruolo causale della vaccinazione. La maggior parte degli eventi
avversi segnalati sono per il vaccino Pfizer (81%), finora il
piu’ utilizzato nella campagna.
Sulla questione legata alla sicurezza dei vaccini e’ tornato
oggi anche il ministro della Salute Roberto Speranza,
nell’informativa alla Camera dei deputati. Rispetto al vaccino
AstraZeneca, Speranza ha sottolineato come su 32 milioni di
vaccinazioni effettuate e 222 segnalazioni, sono stati
registrati 86 eventi avversi e, di questi, 18 sono risultati
fatali. Dunque, ha rilevato, “parliamo comunque di un fenomeno,
per quanto doloroso, numericamente molto ridotto”. Astrazeneca,
ha affermato, “e’ un vaccino sicuro ed efficace. Un vaccino che
salva le vite. Lo abbiamo visto con i risultati ottenuti, sul
campo, nel Regno Unito”. Poi, riferendosi al vaccino Johnson &
Johnson – per il quale l’azienda ha deciso il rinvio della
campagna di vaccinazione in Europa dopo alcuni rari casi di
eventi trombotici segnalati in Usa – l’auspicio, ha concluso
Speranza, “e’ che presto possano esserci elementi di chiarezza
che ci consentano di iniziare ad utilizzare un vaccino che
riteniamo importante per la nostra campagna”.