per arginare l’epidemia di Covid-19: il caldo e l’umidita’ sono meno forti infatti nel rallentare il
virus se la maggior parte della popolazione e’ suscettibile
all’infezione. Lo scrivono su Science i ricercatori
dell’universita’ di Princeton, guidati da Rachel Baker, che
prevedono parecchi casi anche ai Tropici.
Diversi studi preliminari suggerivano che i fattori
climatici, come l’umidita’, potessero influire sulla trasmissione
del virus, ma rimane ancora da chiarire se questi fattori
possano cambiare la sorte della pandemia per il resto del 2020,
vista la bassa immunita’ della popolazione al virus. Per capirlo
meglio i ricercatori hanno usato un modello epidemiologico
costruito con i dati Usa su altri quattro coronavirus stagionali
in circolazione. Nelle simulazioni fatte per diverse citta’ ad
alte latitudini e piu’ tropicali, hanno visto che anche nelle
citta’ tropicali, le cui condizioni dovrebbero ostacolare la
trasmissione del virus, la crescita dell’epidemia rimmarrebbe
comunque significativa.I ricercatori hanno notato anche che
mentre gli effetti del clima possono portare a modesti
cambiamenti sulle dimensioni del picco e la durata della
pandemia, il clima estivo probabilmente non limitera’ la crescita
della pandemia, che viene piu’ guidata nella sua traiettoria
dalla popolazione non ancora immune. Analizzando come le misure
di controllo non farmaceutiche abbiano influenzato la diffusione
del nuovo coronavirus, gli studiosi evidenziano che possono
contenere l’interazione clima-pandemia in qualche modo,
allontanando le persone suscettibili. I risultati, concludono
gli studiosi, suggeriscono che le persone che ancora non si sono
ammalate sono il fattore guida nella diffusione del virus
durante l’estate e, a meno che non vengano mantenute misure di
controllo efficace, e’ probabile un alto numero di casi di
Covid-19 nei prossimi mesi, anche nelle aree piu’ calde e
umide.