Perché ha deciso di scendere in campo? E perché proprio adesso?

Ho deciso di scendere in campo per dare un contributo alla mia città,
alla Campania e al Sud Italia, in particolare per quanto attiene ai
temi dell’infanzia, della lotta alle mafie e della tutela delle
vittime innocenti dei reati intenzionali violenti, che mi vedono
impegnato sul versante professionale e sociale da 35 anni. Credo che
questo sia il momento giusto per portare a Roma le tante e
significative esperienze maturate a Napoli in tutti questi anni sulle
tematiche di cui mi occupo. Ora più che mai sento forte l’esigenza di
ampliare il mio spazio di azione e la consapevolezza di poter essere
ancora più utile in Parlamento. Non a caso, mi definisco un portavoce dei numerosi amici che mi hanno accompagnato in questo lungo, faticoso e straordinario percorso: pediatri, familiari delle vittime innocenti della criminalità, organizzazioni che gestiscono i beni confiscati e le tantissime persone perbene impegnate sui temi della legalità e della cittadinanza responsabile.

C’è un tema che le sta particolarmente a cuore di cui si occuperebbe
nel caso in cui venisse eletto?

Tutto deve ripartire dai bambini. Le politiche per l’infanzia saranno
il caposaldo del mio impegno politico, con interventi a partire dai
prime mille giorni di vita. E’ scientificamente provato che investire
sull’infanzia è fondamentale per lo sviluppo di una società più sana,
perché quello che si spende per garantire i migliori livelli di
crescita di un bambino lo si risparmia in seguito, soprattutto nei
quartieri a rischio di reclutamento mafioso. Lo conferma, dati alla
mano, il Premio Nobel per l’Economia Heckmann. Sono stanco di vedere ragazzi di vent’anni alla guida dei clan della mia città. Se vogliamo prevenire i fenomeni dell’affiliazione camorristica e delle babygang dobbiamo agire sui bambini sin dalla nascita, o addirittura dalla fase di gestazione. Per questo dico che le politiche per l’infanzia saranno la mia priorità, in quanto sono legate da un filo sottile anche agli altri punti qualificanti del mio programma: se formiamo adeguatamente  un bambino, lo sottraiamo alle grinfie della camorra e nello stesso tempo riduciamo il rischio di nuove vittime innocenti nel nostro territorio. Io ci credo e disegnerò le traiettorie del mio impegno  politico sulla scia di quanto ho fatto a Napoli in tutti questi anni.

Cosa ne pensa delle dichiarazioni di membri di alcuni partiti circa
il voler abolire l’obbligatorietà dei vaccini?

L’obbligatorietà delle vaccinazioni per l’accesso a scuola si è resa
necessaria nell’attuale fase storica proprio per la continua
disinformazione e l’incomprensibile attacco che le vaccinazioni
(definite dall’Organizzazione Mondiale della Sanità “la più grande
scoperta medica mai effettuata dall’uomo”) hanno subito negli anni
scorsi, determinando nei genitori un diffuso stato di incertezza sulla
loro bontà e grande beneficio, e un conseguente abbassamento delle
coperture vaccinali. Il raggiungimento degli obiettivi di copertura
prefissati a livello internazionale è cruciale per interrompere la
diffusione degli agenti di malattie pericolose, che spesso provocano
eventi epidemici (come avvenuto lo scorso anno con quasi 5.000 casi di
morbillo notificati nel nostro Paese). Non vorrei, e su questo
versante sento il conforto di tanti miei colleghi medici, che si
volesse giustificare il rifiuto ideologico delle vaccinazioni
sottintendendo che i genitori che rifiutano le vaccinazioni lo
facciano per buone ragioni, cioè che le vaccinazioni non siano sicure. E che quindi il rifiuto ideologico delle vaccinazioni abbia una qualche giustificazione reale, cosa che è assolutamente smentita da tutti i dati scientifici a nostra disposizione. I vaccini non hanno colore politico e non vanno strumentalizzati. I vaccini non sono oggetto di scelte “democratiche”, quanti sono a favore e quanti sono contro, sono invece uno strumento medico al servizio del bene della collettività, come lo sono gli antibiotici e i farmaci anti-tumorali. Saremmo stupiti che l’uso degli antibiotici diventasse oggetto di diverse scelte politiche. Perché quindi i vaccini devono essere oggetto di divisione politica?

Com’è stato ospitare a cena l’ex premier Matteo Renzi?

Ho ospitato Renzi a gennaio di un anno fa, dopo le sue dimissioni da
premier. Fu un incontro molto piacevole. Renzi stava svolgendo una
serie di incontri sui territori. Incontrò me e altre persone impegnate
nel sociale. Gli raccontai delle mie idee sui temi dell’infanzia,
della povertà educativa e della legalità. Lui rimase molto colpito e
volle sapere tutto di mio fratello Giancarlo. Si creò subito
un’atmosfera cordiale. Quando lo vidi dissi: “Benvenuto Presidente”. E
lui rispose: “Non sono Presidente, sono Matteo”.

Qual è il suo rapporto con i social network?

Mi sono avvicinato un po’ alla volta a questo mondo. Lo reputo
fondamentale per far conoscere le proprie idee e creare spazi di
discussione. In occasione di questa campagna elettorale ho voluto
creare un’apposita pagina, https://www.facebook.com/paolosianiufficiale/. Vi invito a visitarla e a lasciare proposte e commenti rispetto al mio programma. Come ho affermato all’inizio dell’intervista, non sono solo in questa nuova esperienza, per cui sono aperto al confronto. Purché si mantenga in toni accettabili e soprattutto verta su contenuti concreti.

Segue il calcio? Tifa Napoli? Se il Napoli vincesse lo scudetto e lei

venisse eletto accetta la scommessa di andare in Parlamento con la

cravatta del Napoli?

Sono uno sportivo e anche per questo ho accettato la sfida di misurarmi con il consenso, candidandomi, oltre che nel listino proporzionale della città di Napoli, nel collegio uninominale Vomero – Arenella – San Carlo all’Arena – Piscinola – Miano. Mi piacciono le sfide. Sono tifosissimo del Napoli. Non ho la cravatta del napoli ma se il napoli …………( e quella parola non si può dire) e tu me la regali, io la indosso.

E se me ne regali due, una la dono al segretario Matteo Renzi.

A cura di Piergiorgio Cocco Petoia