Gli indagati sono per la maggior parte originari di Napoli o dell’hinterland del capoluogo campano. L’inchiesta dei carabinieri ha portato a documentare 88 truffe perpetrate ai danni degli anziani in diverse regioni italiane dall’inizio del 2016 a oggi; sono 33 quelle architettate in provincia di Reggio Emilia.
L’ordinanza emessa dal Gip del tribunale reggiano ha disposto la misura cautelare dei domiciliari per un indagato e l’obbligo di firma per altri due. Quattro arresti e otto denunce erano scattati nel corso dell’inchiesta. L’organizzazione si avvaleva di un ‘sistema’ per raggirare le vittime. C’era chi operava a livello logistico fornendo auto, alloggi, telefoni e sim card, poi chi faceva le chiamate e c’erano poi gli ‘esattori’, le persone che si presentavano alle abitazioni degli anziani per riscuotere il denaro.
Come ha specificato il colonnello Antonino Buda, comandante provinciale dei carabinieri di Reggio Emilia, in alcuni casi la truffa e’ diventata a tutti gli effetti una rapina, quando le vittime si accorgevano del raggiro in atto e si rifiutavano di fornire denaro.

“E’ stata un’indagine molto complessa data anche l’attitudine degli indagati di cambiare telefoni e schede con grande rapidita’, proprio per non consentire di individuarli – ha detto Buda -. E’ stata grande la determinazione nel contrastare un genere di reato ignobile, per le conseguenze anche psicologiche che puo’ provocare nelle vittime, persone cui in certi casi e’ stato sottratto quanto faticosamente risparmiato anche nel corso di una vita”.