In Campania 1000 casi E De Luca rimanda gli studenti a casa Ieri 8.000 positivi ¡n tutto ¡I Paese, con 83 vittime e 47 malati ¡n rianimazione. La Campania si avvia verso la chiusura totale Allo studio limitazioni ¡n altre zone, 1’80% delle infezioni. Scuole chiuse. Feste vietate a casa e fuori. E stop ai matrimoni. La Campania è la prima Regione che si avvia verso un semi lockdown. Lo ha deciso il presidente Vincenzo De Luca con un’ordinanza emanata ieri sera. Un atto che inasprisce le misure già assunte dal governo con l’ultimo Dpcm. Lo può fare. È stata esplicitamente previstala possibilità, per gli enti territoriali, di imprimere un ulteriore giro di vite in caso di peggioramento della curva dei contagi. E in Campania è successo. D’altronde De Luca l’aveva promesso. Che avrebbe messo mano al lanciafiamme nel caso in cui la Regione avesse superato «i mille contagi al giorno». Cosa che si è verificata ieri, alla pubblicazione quotidiana del Covid-bollettino. Sul territorio campano sono sospese «le attività didattiche ed educative in presenza nelle scuole primarie e secondarie dal 16 al 30 ottobre». Non solo. Sono vietate «le feste, anche conseguenti a cerimonie, civili o religiose, in luoghi pubblici, aperti pubblico e privati, al chiuso o all’aperto, con invitati estranei al nucleo familiare convivente». L’ordinanza deluchiana prevede poi la sospensione delle attività di circoli ludici e ricreativi e il divieto di vendita con asporto dalle ore 21 per tutti gli esercizi di ristorazione. E oggi toccherà a Milano: «Non prevediamo interventi radicali», spiega il sindaco Beppe Sala, «ma faremo qualcosa in più, ci metteremo d’accordo con Fontana», il presidente della Regione Lombardia. A Bergamo il sindaco Giorgio Gori ha stabilito il divieto di bevuta alcolica dalle 21 in poi. Anche in Emilia Romagna si parla di «lockdown parziali», lo annuncia il governatore Stefano Bonaccini: «Bisogna essere pronti a misure restrittive molto mirate». A Firenze il primo cittadino Dario Nardella anticipa «inasprimenti ulteriori delle regole» se non saranno rispettati i dettami del Dpcm. Insomma il clima nel Paese è questo. E trova linfa dal bollettino giornaliero diffuso dal ministero della Salute. Ieri i nuovi Covid-positivi erano 8.804 (7.332 quelli di mercoledì), i moni 83, le terapie intensive 47 in più rispetto al giorno prima. Al governo continuano ad assicurare che non è in arrivo un blocco totale. «Con i numeri attuali non vedo rischio di un lockdown nazionale. È chiaro che serve lo sforzo di tutti. Io vedo più probabili dei lockdown circoscritti laddove ci fossero focolai che non possono essere controllati». Lo dichiara a Radio Cusano Cam- pus il vice ministro alla Salute Pierpaolo Sileri. Ma, appunto, nulla vieta che lo possano fare le Regioni, come successo ieri in Campania. Eppure il monitoraggio settimanale dell’Istituto superiore di sanità certifica che la quasi totalità dei focolai di trasmissione 1’80,3% delle 4.913 fonti di contagio (ce ne sono 1.749 in più) – si è verificato in ambito domiciliare, non estemo. Natale a rischio il problema è trovare un equilibrio tra crisi sanitaria e crisi economica. L’ipotesi di un lockdown a Natale manda in depressione i negozianti. Solo nel mese di dicembre dell’anno scorso, ricorda l’ufficio studi di Confcommercio, «la spesa complessiva per consumi è stata di circa 110 miliardi di euro su un totale annuo di 900 miliardi». Chiudendo le persone in casa, tanti esercenti rischiano il default.