Ormai e’ riconosciuto: la depressione e’ la prima causa di disabilita’ nel mondo ed e’ in costante aumento. Attualmente colpisce il 4,4% della popolazione mondiale, pari a 322 milioni di persone, e dal 2005 al 2015 la
sua diffusione e’ aumentata del 18%. Lo ha rilevato Claudio Mencacci, presidente della Societa’ italiana di neuropsicofarmacologia, ad un incontro organizzato a Milano sulla depressione. “Una crescita che riguarda tutte le fasce d’eta’, anche quelle giovani – precisa – basti pensare che in 10 anni, tra i 12 e 17 anni questa malattia e’ passata dall’8,7% all’11,5%”. In Italia ne soffrono 3 milioni di persone, di cui un milione ha una depressione in forma maggiore (o grave). “Di questi ultimi pero’ solo la meta’ riceve una diagnosi e un trattamento, e circa 130.000 ha una forma resistente, cioe’ i suoi sintomi continuano nonostante riceva terapie adeguate”. Quello dell’accesso alle terapie rimane infatti ancora una nota dolente, visto che in Italia solo il 17% si cura in maniera adeguata, mentre oltre la meta’ non riconosce la depressione come una malattia da curare.
“A cio’ dobbiamo aggiungere il fatto che – prosegue Mencacci – il medico di medicina generale, che e’ la prima figura a cui di solito si rivolgono i pazienti, quando deve inviarli ad uno specialista, al Nord lo fa con lo psichiatra, mentre al Sud con i neurologi, che hanno piu’ esperienza con forme lievi-moderate di depressione”. Altri fattori che in questi anni hanno contribuito all’aumento della depressione, secondo gli esperti, sono stati i disturbi del sonno nei giovani, l’uso e abuso di droghe, oggi anche piu’ pesanti, e la perdita di valori spirituali.