Dilaga in Italia la truffa del falso incidente: nonni o anziani genitori raggiunti da telefonate di sedicenti avvocati o marescialli che chiedono soldi per liberare un nipote o un figlio in stato di fermo per avere travolto una persona con una vettura sprovvista di copertura assicurativa. Soldi che servono a mo’ di ‘transazione’ per chiudere l’indagine e scagionare il giovane familiare.
Dopo l’arresto di ieri ad Osimo (Ancona) di un falso maresciallo dei carabinieri arrestato dopo avere messo a segno 24 colpi, tra Marche, Umbria, Abruzzo, Molise, Puglia, altri due casi oggi. Uno a Montecchio Emilia, nel Reggiano, dove un falso avvocato aveva ricevuto dei monili d’oro per ‘sanare’ il problema della figlia di una 87enne, l’ altro in Sicilia dove la squadra mobile della Questura di Ragusa ha arrestato un truffatore seriale napoletano, Pasquale Gente, 59 anni, che aveva come vittime anziane signore.
L’uomo, su disposizione del Gip, è stato posto ai domiciliari dal personale delle squadre mobili di Ragusa e Napoli. Gli sono contestate quattro truffe per complessivi 25mila euro, ma la Polizia ritiene che siano molte di più ed invitano le vittime a presentare denunce.
Il bottino di ogni truffa commessa a Ragusa a danni di donne anziane che hanno riconosciuto il malvivente superava i 5 mila euro, ma i truffatori avanzavano anche richieste fino a 30 mila euro. E quando le vittime non avevano tutto il denaro, si faceva consegnare oggetti in oro. Secondo la polizia, l’uomo, assieme a complici, sarebbe un truffatore seriale che avrebbe agito in diverse regioni italiane. Per questo è stata distribuita la sua foto e un video, nell’ipotesi, spiegano dalla polizia, che altre eventuali vittime possano denunciarlo.
“Sono stata contattata sull’utenza telefonica di casa da un uomo che mi ha detto di essere un avvocato – ricostruisce
un’anziana in una denuncia alla squadra mobile di Ragusa il modus operandi tipico della truffa – e mi spiegava che mio figlio aveva avuto un incidente stradale e che aveva causato delle lesioni ad un ragazzo che viaggiava con un motorino. Poi mi passava al telefono un’altra persona che si qualificava come il maresciallo che mi confermava che mio figlio era in caserma in stato di fermo. Il danno provocato da mio figlio era di 25.000 euro, ma – aggiunge la donna – essendo la nostra una famiglia per bene, il nostro avvocato e l’avvocato del ragazzo si erano accordati per un risarcimento di 7.500 euro. L’interlocutore mi riferiva che era stato mio figlio a chiedere
di contattarmi per procurare il denaro”.
Così la madre impaurita si è recata in banca prelevando del denaro. “Ho preso 5.000 euro – continua la vittima nella
denuncia – e pressata al telefono l’interlocutore mi esortava a sbrigarmi perché l’avvocato era sotto casa. Ho aperto il portone e ho trovato un giovane al quale ho consegnato i soldi”. “Chiunque dovesse riconoscere l’autore del reato – è
l’appello della Polizia – è pregato di recarsi in un commissariato o in Questura per denunciare i fatti”.