Deriva dall’estratto di alga bruna il farmaco dimostratosi in grado di migliorare i sintomi dell’Alzheimer, appena approvato per la commercializzazione in Cina. E, alla base del suo effetto, vi e’ la capacita’ di regolare la risposta dei batteri dell’intestino. A chiarire alcuni aspetti relativi alla nuova molecola che ha avuto il via libera da Pechino, e’ uno studio pubblicato su Cell Research, rivista del Gruppo Nature. Il team guidato da Geng Meiyu, ricercatrice presso lo Shanghai Institute of Materia Medica della Chinese Academy of Sciences, ha messo a punto, in 22 anni di ricerca, la molecola GV-971 approvata sulla base dei risultati di uno studio clinico di fase 3, che ha coinvolto 1.199 persone, dimostrando “un miglioramento cognitivo solido e coerente” in pazienti con Alzheimer da lieve a moderato. Ma il team non si e’ fermato qui, e ha analizzato il meccanismo alla base. Usando modelli animali si e’ scoperto come, durante la progressione dell’Alzheimer, l’alterazione della composizione del microbiota intestinale porti all’accumulo periferico di fenilalanina e isoleucina, stimolando la proliferazione delle cellule proinfiammatorie Th1. Queste, infiltratesi nel cervello, contribuiscono alla neuroinfiammazione associata al morbo. La molecola GV-971 (sodium oligomannate), sopprime la disbiosi intestinale (cioe’ una condizione di squilibrio dei batteri), e l’accumulo di fenilalanina e isoleucina, ‘imbriglia’ la neuroinfiammazione e inverte il deterioramento cognitivo. Questi risultati, concludono i ricercatori nell’articolo su Cell Research, confermano l’importanza di una strategia di cura basata sul rimodellare il microbiota intestinale.