Con l’emergenza coronavirus le strade italiane, da Nord a Sud, sono un fermo-immagine vuoto e
desolato, ma sugli scaffali dei supermercati cosi’ come a mensa e
nei ristoranti e pubblici esercizi aperti fino alle ore 18,
l’ortofrutta fresca, carne, latte, uova e pesce non mancano. Gli
agricoltori, insieme agli allevatori e casari, nonche’ la nostra
industria del food, hanno assicurato la continuita’ di produzione
Made in Italy e le forniture della catena del fresco alla
distribuzione moderna. Al punto che Ivano Vacondio, presidente
di Federalimentare che rappresenta quasi 7 mila aziende del
food&beverage, si spinge a dire: “La filiera agroalimentare
partendo dall’agricoltura, insieme al Servizio sanitario
nazionale, sta tenendo in piedi l’intero Paese”. Ad oggi,
continua il numero 1 di Federalimentare, non riscontriamo alcun
segnale di crisi”, precisa Vacondio, “ne’ di aziende ferme per la
produzione o in difficolta’ produttive e neanche dal punto di
vista logistico; siamo quindi in grado di produrre e di
distribuire al 100% delle nostre possibilita'”. La situazione e’
invece piu’ complessa per quanto riguarda le spedizioni
all’estero soprattutto per i prodotti freschi, ma, assicura
ancora il presidente, i trasporti interni funzionano tutti.
Qualora dovesse servire, aggiunge, “l’industria alimentare
italiana e’ in grado di aumentare la produzione”. In questo
contesto, arriva l’appello della ministra delle Politiche
agricole, alimentari e forestali Teresa Bellanova: “Gli italiani
non devono cambiare abitudini alimentari: vanno acquistati
prodotti freschi e italiani che sono quelli piu’ controllati.
Senza voltare le spalle ai principi della Dieta Mediterranea, i
cittadini, che hanno dimostrato al mondo che sanno stare a casa,
devono ora mostrare responsabilita’ nel non produrre sprechi
alimentari. Non bisogna – ha detto la ministra – fare acquisti
che poi diventeranno cibo da buttare, ed inutile la corsa agli
acquisti in fila al supermercato perche’ latte, carne, pasta,
pane, pesce sono nella disponibilita’ a scaffale. Dobbiamo dire
grazie – ha sottolineato ancora Bellanova – alle lavoratrici e
ai lavoratori che in questi giorni hanno lavorato per assicurare
la fornitura nella catena del fresco”. Intanto “Io resto in
campagna per voi” e’ il messaggio che lanciano i giovani di
Cia-Agricoltori Italiani impegnati a restare nei campi. Ma a
pagare il conto dell’impasse da coronavirus e’ la ristorazione
italiana che, secondo una stima del Centro Studi della
Federazione Italiana Pubblici Esercizi (Fipe), perdera’ 8
miliardi di euro per l’impatto dell’epidemia covid-19
sull’economia. Inoltre il protrarsi dell’emergenza sta mettendo
“a serio rischio”, ha segnalato Agrinsieme, anche la tenuta del
florovivaismo italiano: “Il mercato e’ fermo, gli eventi sono
azzerati e i mercati ambulanti rionali chiusi, mentre piovono le
disdette provenienti dal mercato estero”. Sugli importatori che
chiedono all’agroalimentare italiano un surplus di
certificazione sanitaria, la ministra Bellanova sta valutando di
intervenire per il riconoscimento di pratica sleale.