Nel rapporto dati allarmanti: la regione è agli ultimi posti in Europa per l’occupazione femminile Esodo inarrestabile e il futuro è nero: nel 2065 da qui andranno via un milione e 400 mila giovani
Donne e giovani senza lavoro la grande fuga dalla Campania di. Impietosi i numeri del rapporto Svimez: 31 mila giovani campani partiti per il Nord alla ricerca di lavoro in un solo anno (2017). Duemila laureati che, nello stesso periodo, hanno fatto le valigie diretti all’estero. Circa 592mila persone in 15 anni (2002-2017) di cui 100 mila laureati hanno lasciato la Campania per un lavoro fuori dalla loro terra. Se l’emigrazione continuerà, nei prossimi 40 anni la Campania perderà 1 milione e mezzo di laureati. Più degli abitanti di Napoli. Svimez, è fuga dalla Campania niente lavoro per donne e laureati Nel rapporto dati allarmanti: la regione è agli ultimi posti in Europa per l’occupazione femminile Esodo inarrestabile e il futuro è nero: nel 2065 da qui andranno via un milione e 400 mila giovani. Trentunmila giovani campani partiti per il Nord alla ricerca di lavoro in un solo anno (2017). Duemila laureati che, nello stesso periodo, hanno fatto le valigie diretti all’estero. Circa 592mila persone in 15 anni (2002-2017) di cui lOOmila laureati hanno lasciato la Campania per un lavoro fuori dalla loro terra. Se l’emigrazione continuerà, nei prossimi 40 anni la Campania perderà 1 milione e mezzo di laureati. Più degli abitanti di Napoli. È solo una delle voci del rapporto Svimez, presentato ieri alla Camera dei deputati, dal presidente Adriano Giannola e illustrato dal direttore Luca Bianchi. Ma è il nodo più sconfortante che disegna lo scenario di una regione che scivola nella povertà, dove diminuiscono gli investimenti e aumentano i “woorking poor” (lavoratori poveri). C’è di più. Sono sempre meno le donne occupate tra i 15 e 64 anni. Un dato che fa precipitare la Campania e le consegna la maglia nera rispetto all’Europa. La regione è terzultima con il 29,4 per cento di lavoro al femminile tra 277 città europee. Fa peggio solo la Sicilia e la Mayotte, arcipelago dell’Oceano indiano ed ex colonia francese. Meglio di noi Grecia, Puglia, Calabria. «Il tasso di occupazione femminile con i suoi dati devastanti più bassi d’Europa – spiega il direttore Bianchi – è la sfida dei prossimi anni. E il dato resta basso anche per le laureate, con 20 punti in meno rispetto all’Europa». E questo il ritratto che Svimez consegna della Campania in caduta libera, assieme a un Sud in recessione, verso la stagnazione del 2020. Non solo. La regione ha conquistato un altro record negativo: crescita zero del Pii lo scorso anno, calo dell’occupazione. Così la Campania entra nella lista delle regioni meno sviluppate d’Italia, in un Sud che continua ad ac cumulare divari con il Nord. Valori negativi anche su natalità e mortalità per il 2018 con un tasso di crescita pari a meno 4,3%. Cresce l’emigrazione verso l’estero (più 2%) e si riduce il movimento verso l’Italia (meno 4,4%). I giovani che emigrano preferiscono l’estero. «Subito un piano per il Sud, entro la fine dell’anno», dice alla presentazione dello studio il premier Giuseppe Conte. «Il piano per il Sud è la via d’uscita per l’Italia intera, non solo per il Mezzogiorno», commenta il presidente Giannola. Nemmeno sul reddito di cittadinanza il rapporto Svimez riporta risultati positivi. Al 4 settembre so- no 251mila le domande presentate, circa 182mila i nuclei beneficiari, 521mila le persone coinvolte, con il 72% di domande accolte, importo medio 549mila euro. Ma per Svimez «l’impatto è nullo sul mercato del lavoro». Il Trentino-Alto Adige è la regione italiana con il più alto tasso di natalità (9,0 per mille), seguito dalla Campania (8,3 per mille), la Campania e la Puglia sembrerebbero essere interessate da un saldo migratorio continuamente negativo: le immigrazioni dall’estero non sembrano in grado di compensare le perdite migratorie inteme. Nel 2065 perderemo 5 milioni di lavoratori nel Sud, circa il 40 per cento della popolazione, fermo restando il tasso migratorio. Cinque milioni 826 mila gli abitanti campani ad inizio 2018, nel 2065 si ridurranno a 4milioni 422 mila, si perderanno 1 milione e 400 mila persone, giovani laureat
i, soprattutto. Sconfortante anche la spesa dei fondi europei: record negativo per la Campania con solo il 18,08 di spesa certificata. Esempio positivo unico, segno di eccellenza, è l’esperienza della Federico II a San Giovanni a Teduccio, con l’Academy. «La dimostrazione che in un quartiere difficile la sfida si può vincere» conclude Bianchi. Numerose le reazioni dal mondo imprenditoriale, sindacale e politico.«La fotografia scattata da Svimez ci restituisce l’immagine di un Mezzogiorno tornato agli anni Cinquanta – commenta Vito Grassi, presidente dell’unione Industriali di Napoli – di fronte a scenari cosi apocalittici, vanno adottate politiche di sviluppo e visione per fermare la fuga dei cervelli». Per Giovanni Sgambati, segretario Uil Campania: «II Sud ha bisogno di investimenti, lavoro, il reddito di cittadinanza non è una soluzione». «Rafforzare politiche di coesione», interviene Nicola Ricci, segretario Cgil Campania. «Importante investire sul capitale umano del Sud per far ripartire l’Italia intera» auspica Maria Edera Spadoni, vicepresidente della Camera dei deputati. Per Mará Carfagna, vicepresidente della Camera «bisogna considerare il Sud una priorità». «Possiamo fare un balzo in avanti solo se mettiamo il Sud al centro dell’agenda politica nazionale», afferma Anna Laura Orfico, sottosegretario ai Beni culturali. V Con Conte II rapporto Svimez è stato presentato alla Camera, presente il premier Giuseppe Conte