Commercio, protesta contro le chiusure: oggi tutti aperti con intimo e capi sportb Prima iniziativa del .settore: aderiscono 800 negozi sotto la sigla di Contconunercio. E domani manifestazione in piazza Plebiscito delle imprese: “Porteremo 15 croci, simbolo della nostra disperazione, i ristori non bastano per risollevarci” nomica. è una delle proteste che aprono una settimana difficile. Stamattina, via alla rivolta di Confcommercio, con le vetrine dei negozi aperte, nonostante le restrizioni. Tutti metteranno in vendita articoli ginnici e intimo. In pochi giorni hanno cambiato codici Ateco e potranno quindi restare aperti. Più che una provocazione, dunque, per dire no al prolungamento delle chiusure. Domani toccherà agli imprenditori di Confesercenti e alla Confederazione imprese e professioni. I primi restituiranno simbolicamente le licenze al presidente Sergio Mattarella. Il mondo delle imprese prova a chiedere aiuto, riunendo tutti davanti alla prefettura, con una manifestazione generale per invocare risposte e aiuti per 15 categorie d’impresa. In piazza ci saranno “15 croci” simbolo della disperazione di ciascun settore commer ciale, ormai alla resa a causa della pandemia e degli scarsi sostegni, giudicati «inadeguati e intempestivi dei vari governi». «Saremo tutti in piazza – annuncia Vincenzo Schiavo, presidente di Confesercenti Campania – dal mondo del turismo a quello della moda e abbigliamento, dal wedding alla ristorazione, dagli albergatori ai B&B al trasporto privato, dai parrucchieri e dal mondo dell’estetica ai lavoratori dello spettacolo, dagli agenti di commercio, di viaggio alle guide e accompagnatori ai mercatali, dalle società di eventi e dai negozi di arredamenti a tutte le paitite Iva. Insieme tutti i presidenti di categoria, una grande mobilitazione per chiedere risposte serie al governo: molti di noi non sanno come riaprire: sono sommersi dai debiti e dalla disperazione». Confesercenti nei giorni scorsi ha diramato le cifre delle perdite in seguito alla chiusura di Pasqua. Oltre 2 milioni di euro di fatturato bruciati nelle ultime 3 settimane: queste le cifre del settore moda, abbigliamento, calzature, gioielleria. Interi settori al collasso che non sanno se riapriranno. Stamattina intanto saranno più di 800 i commercianti aderenti a Confcommercio tra Napoli e provincia che apriranno i negozi, sfidando le restrizioni. Da Chiaia al corso Umberto, dal Vomero alla perneria: tutti ad esporre in vetrina articoli sportivi e intimo, gli unici che possono restare aperti. «Ho fatto aggiungere a tutti i miei associati il codice Ateco dell’intimo e dello sport – spiega Roberta Bacarelli, presidente Federmoda Campania – vorrà dire che per pagare le spese venderemo quello che è consentito. Apriamo nel rispetto delle regole, venderemo intimo visto che ci consentono solo quello, considerando che secondo i nostri governanti è la mercé che vendiamo a fare la differenza e non il luogo di lavoro e la sicurezza. Non abbiamo riaperto finora perché i nostri articoli non sono considerati beni di prima necessità. E allora ci adeguiamo ai loro folli concetti». La protesta di Federmoda e Confcommercio parte da Napoli e tra qualche giorno si uniranno anche altre associazioni da altre parti d’Italia, con la stessa modalità adottata dai commercianti napoletani