La giornata mondiale della pizza che si celebra oggi. Riconosciuta come patrimonio Unesco nel 2017, l’antica arte della pizza era stata già sotto i riflettori della Commissione dell’Unione europea nel 2010 quando fu varato un regolamento ad hoc per assegnare alla pizza napoletana il marchio di specialità tradizionale garantita. Ora il nuovo progetto. A presentarlo è Lucio Sindaco, presidente provinciale di Confcommercio: «Sarebbe opportuno realizzare un marchio della pizza gourmet di Caserta che possa contraddistinguerla da altri prodotti simili di altre realtà geografiche. La pizza del resto è un agglomerato di eccellenze del territorio e come tale va promosso e difeso. In questa direzione va pertanto anche la programmazione di corsi e seminar¡ di formazione destinati agli aspiranti pizzaioli, che potranno avvalersi della supervisione di maestri gourmet, ai quali spetta il merito di aver promosso e diffuso nel mondo i sapori autentici della propria terra d’origine». Favorevole alla proposta Luciano Pignataro, giornalista enogastronomico: «Penso che sia un’iniziativa giusta come tutte le iniziative che puntano a valorizzare la pizza. Il territorio casertano negli ultimi anni è diventato importante da questo punto di vista, non a caso domina la nostra 50 Top Pizza prima con Franco Pepe e poi con Francesco Martucci. Inoltre Caserta è molto ben caratterizzata anche per la qualità dei suoi prodotti. Non dimentichiamo le grandi biodiversità dell’Alto Casertano, Insomma, penso che la Confcommercio abbia fatto un passo giusto in questa direzione e spero che altri la seguano». Proprio Franco Pepe, titolare della storica pizzeria Pepe in Grani di Caiazzo, ribadisce la necessità di una formazione adeguata: «Non si fa altro che parlare di espansione del food e fioccano progetti e investimenti di ogni tipo nel settore, ma si parla sempre troppo poco della formazione che è invece un tassello fondamentale». A sostenere il suo pensiero è Vincenzo D’Antonio, giornalista casertano della testata specialistica nazionale Italia a Tavola: «Pienamente d’accordo sulla dichiarazione di Franco Pepe in merito alla necessità irrin un eia bile del la formazione, che deve essere attenzione, formazione e non addestramento». E aggiunge: «Io penserei al marchio made in Caserta che sia fruibile solo da coloro che si attengono a un disciplinare ben più rigoroso (ma anche lungimirante) rispetto alle Dop in sé». Ed ecco la proposta della istituzione di un distretto. Ad avanzarla è Giuseppe Russo, presidente provinciale di Fipe Caserta e di Fipe Giovani Campania: «Riteniamo sia giunto il momento di consolidare l’attuale risultato attraverso una cordata della quale facciano parte enti locali, associazioni di categoria e maestri pizzaioli.