Un sabato di passione quello vissuto da genitori, associazioni e studenti davanti alla sede della Regione a Santa Lucia, per protestare contro ¡I provvedimento di chiusura delle scuole. Dopo un mezzo dietrofront del presidente Vincenzo De Luca, che ha revocato in parte la decisione consentendo la riapertura, da domani, solo a nidi e asili, i manifestanti hanno sollecitato nuovamente la revoca totale, «Rinnoviamo il nostro appello al governatore a fare marcia indietro», è stato Ð coro unanime dei genitori , che hanno annunciato un presidio permanente fuori alla Regione, Dopo la manifestazione di venerdì scorso, mamme e bambini sono tornati a far sentire le loro ragioni contro il provvedimento regionale che chiude le scuole fino al prossimo 30 ottobre per contenere la curva dei contagi, nulla è servita la revoca che permette la riapertura da domani di asili e nidi. «Eravamo in tanti anche ieri – dice Amanda Ferrentino, della Rete Scuola e bambini nell’emergenza Covid-19 – a noi genitori si sono uniti gli studenti delle medie e delle superiori per gridare il loro no alla chiusura. Non vogliamo che la scuola sia strumenta le per nascondere che il vero rischio è nei settori sanità e trasporti. La scuola era finora il luogo più sicuro, dove si stavano attuando i protocolli ed era possibile il tracciamento. Alcuni plessi sono stati chiusi per problemi strutturali o carenza di organico, non per i contagi^. «La scuola non è il virus. La cultura è il vaccino contro le ingiustizie sociali e la speranza di avere un futuro dignitoso per i nostri figli – rimarca Barbara Pierro, madre di 3 figli e referente dell’associazione Chi rom e chi no – la scuola non deve diventare lo spauracchio per nascondere i fallimenti di un sistema che fa acqua da tutte le parti». Dopo il sit-in i manifestanti hanno annunciato che continueranno il presidio permanente in Regione fino a quando non otterranno risposte. Intanto è già stato organizzato un altro sit-in, lunedì alle 10,30, sempre a Santa Lucia: «Domani parte la didattica a distanza e per migliaia di famiglie sarà un giorno lavorativo, come faremo a gestire tutto?», si chiedono in tanti. In piazza anche Potere al Popolo, «De Luca ha chiuso le scuole, ma la dad significa niente scuola per tutti quei ragazzi nelle cui case non c’è connessione internet o c’è solo un dispositivo – tuona il coordinatore regionale Giuliano Granato – in diretta Facebook ha poi detto che userà questi 15 giorni per migliorare i trasporti e ottenere scaglionamenti di ingressi e uscite: se ne è ricordato il 15 ottobre? Cosa ha fatto in questi 8 mesi?». Il comune Contro la delibera della Regione anche il Comune di Napoli. «Abbiamo chiesto chiarezza sulle ambiguità dell’ordinanza 79 in merito ai nidi e alle scuole dei piccoli – dice l’assessore all’istruzione Annamaria Palmieri – la Regione è intervenuta con un nuovo testo che ne consente l’apertura. Ce ne rallegriamo, sono scuole di prossimità, proprio come le primarie che pure non inciderebbero sul trasporto pubblico, se si consentisse loro di riaprire. I genitori hanno lo stesso problema degli altri: assistere i figli mentre invece dovrebbero essere al lavoro. Resta però l’amaro in bocca – conclude – di non vedere riconosciuto come prioritario il diritto allo studio». Ancora un sit-in alla Regione: mamme, studenti e associazioni in rivolta contro la chiusura delle scuole decisa da De Luca