Il Festival di Sanremo, un tempo l’Olimpo della musica italiana, con brani che sono passati alla storia e artisti che hanno reso il panorama musicale italiano apprezzato in tutto il mondo, ora non è altro, secondo noi, che un talenti musicale di serie B. Le canzoni senza tempo che sono tutt’ora impresse nella mente degli italiani di vecchia generazione, i brani e gli artisti che hanno segnato epoche, generazioni, adesso non fanno più parte di questo Festival, la cui 73esima edizione si è appena
conclusa nella notte tra sabato
e domenica. Quelli di prima
erano artisti, quelli di oggi
sono cantanti, quelle di prima
erano canzoni, arte, cultura;
quelle di oggi sono prodotti
che durano qualche mese, il
tormentone dell’estate, delle
radio; ma tra qualche anno
qualcuno ricorderà ancora i
partecipanti e i brani di questo
Festival? Se prima Sanremo
era il sogno di tanti cantautori
per poter emergere e avere
successo, oggigiorno, nell’era
dei social, quanto valore ha
quest’evento? Nell’ultimo giorno
del Festival è stata letta una
lettera del Presidente ucraino
Zelensky e tutti noi siamo a conoscenza
della guerra in Ucraina.
Siamo ovviamente molto
dispiaciuti, ma c’era davvero
bisogno di intromettere la politica
in un evento (un tempo)
incentrato soltanto sulla musica?
Il Festival della musica italiana,
secondo noi, è ormai tramontato
dando vita a quello
che possiamo definire ormai il
Festival della propaganda mediatica,
e purtroppo di artisti
veri ce ne sono rimasti pochi.
La musica non è solo arte, è
emozione, passione, è un antidoto
al dolore, una canzone
può cambiarti d’umore, farti
stare meglio, non è un prodotto
commerciale sa e getta. Valorizziamo
la buona musica!