New entry, ritorni eccellenti e “addii dolorosi”. Nel sudoku dei volti Rai della prossima stagione, disegnata dai nuovi vertici voluti dal governo Meloni, a cambiare e’ soprattutto l’approfondimento, con i talk affidati a Francesco Giorgino, Filippo Facci, Nunzia De Girolamo. Ma torna anche Luca Barbareschi su Rai3, Caterina Balivo conquista il pomeriggio di Rai1, Pino Insegno approda a Viale Mazzini e raddoppia, nell’access prime time di Rai2 e poi nel preserale di Rai1. Volti e tasselli di un nuovo storytelling invocato dall’Ad Roberto Sergio gia’ nella prima lettera ai dipendenti. Ma non e’ TeleMeloni, ne’ la fine di Rai3-Telekabul, ci tiene a precisare: “Non mi riconosco in quei titoli, ma come penso che non fosse giusto prima parlare di Telekabul, cosi’ non penso che nella Rai di oggi ci sia una caratterizzazione di destra o di centrodestra”, precisa l’Ad nella conferenza stampa fiume di presentazione della nuova offerta, nell’auditorium della sede Rai di Napoli che festeggia 60 anni.
“Nei talk abbiamo normali turnazioni, ma in qualche modo cerchiamo nuovi prodotti e nuovi racconti. Si a una nuova narrazione, dunque, ma nel senso di aggiungere contenuti, linguaggi, esperienze, culture”. L’idea, sottolinea, e’ “essere ancora piu’ pluralisti di come la Rai e’ stata in passato: un obiettivo raggiunto, che e’ anche un investimento per il futuro dell’azienda”. Anche il direttore generale, Giampaolo Rossi, respinge una lettura politica del cambiamento: “È figlio della rivoluzione
dei generi – sottolinea – iniziata nel 2019 con Fabrizio Salini”. Se Rai1 conferma la sua vocazione generalista, “Rai3 e’ la grande rete dell’approfondimento, Rai2 dell’intrattenimento e
delle prime serate innovative: non e’ una questione ideologica,
ma culturale”.
La novita’ dell’approfondimento su Rai1 e’ Francesco Giorgino,
il lunedi’ in seconda serata con XXI Secolo, quando il presente
diventa futuro. Su Rai2 debutta I Facci vostri, la striscia
quotidiana di Filippo Facci prima del tg delle 13 e in seconda
serata arrivano Luisella Costamagna alla guida di Tango, tra
attualita’ e costume. Su Rai3 ad Agora’ ecco Roberto Inciocchi da
Sky Tg24, arriva Nunzia De Girolamo con Botta e risposta il
lunedi’ in prime time, Report di Sigfrido Ranucci prende il posto
di Fabio Fazio la domenica sera, Monica Maggioni quello di Lucia
Annunziata a In mezz’ora, Serena Bortone subentra a Massimo
Gramellini alle Parole e raddoppia la domenica. Aspettando da
gennaio Salvo Sottile in prime time.
Resta vuota, per il momento, la casella del martedi’ sera dopo
l’addio di Bianca Berlinguer con Cartabianca: “È il mercato e la
Rai e’ vincolata”, dice Sergio riferendosi ai tetti ai compensi
dei manager pubblici. “Credo soprattutto che Bianca volesse
respirare aria nuova e avere piu’ spazio, cosa che le auguriamo,
pur non vincendo nei nostri confronti”, sorride.
Confermati il ritorno di Barbareschi con In barba a tutto e
il debutto di Enrico Ruggeri in seconda serata su Rai2 con Gli
occhi del musicista. La sorpresa e’ il bis di Insegno, che a
inizio stagione presidiera’ l’access prime time di Rai2 con
Ilmercanteinfiera, rivisitazione del classico gioco natalizio, e
dal 1 gennaio entrera’ nelle case degli italiani con L’Eredita’ ,
il game cult del preserale di Rai1 subentrando a Flavio Insinna.
L’attore e conduttore amico personale di Giorgia Meloni e’ stato
protagonista di diverse convention di Fratelli d’Italia: “Non
credo che sia il primo o l’ultimo che ha partecipato o
partecipera’ a eventi politici. Abbiamo delle policy: le
valuteremo per far si’ che non ci possano essere
strumentalizzazioni. Ma non mi sembra che sia un elemento per
decidere per l’utilizzo o meno di una persona in programmi o
conduzioni, almeno da questo punto di vista per me non e’ stato
cosi’ “, assicura Sergio. Peraltro, fa anche notare, “non ho mai
detto che la politica non entra nella mia stanza. Se devo
incontrare la politica, la incontro, ma non mi faccio
condizionare”.
E a chi gli ricorda che il suo mandato fra un anno scadra’ e
che potrebbe lasciare il ruolo di ad a Rossi, replica serafico:
“Il fatto di essere qui mi inorgoglisce, ma sono sereno. Quando
scadra’ il mio mandato, ci saranno un governo, un Parlamento, dei
dipendenti che decideranno. Non sono qui a scaldare la sedia, ma
neanche sono attaccato alla poltrona, anche perche’ a via Asiago
– conclude Sergio, che ha tenuto per se’ la direzione Radiofonia
– ne ho una piu’ bella e divertente”.