Addio a marzo: partita l’ora legale, primavera all’esordio, ma allergie in agguato. E quelle manifestazioni fastidiose, ma anche dannosissime, da battere sul tempo, giocando d’anticipo. Quali le malattie allergiche più frequenti e perché stanno aumentando? «L’incremento, sia delle respiratorie che di quelle da alimenti e farmaci — risponde Gennaro D’Amato, lo pneumologo e allergologo che è anche presidente della Commissione ambiente e allergie respiratorie della World allergy organization — è un fenomeno
che negli ultimi anni si sta evidenziando soprattutto nel mondo occidentale. Varie le ragioni, tra cui il vivere gran parte della giornata in ambienti sigillati e spesso inquinati da fumo e altri
agenti chimici. In più, a favorire l’incremento delle allergie ci si
mette il progressivo ridursi delle
infezioni, soprattutto della prima
infanzia».
Ma con la stagione del polline
fa i conti già da ora, forse più che
altrove, proprio il sud, dove un
semplice raffreddore è in effetti
un’allergia che può anche evolvere
in asma. Prurito nasale, starnuti
a raffica, naso che cola, rinorrea.
I sintomi li conosciamo. Peggio
va quando si associano tosse,
spesso stizzosa, e l’affanno. Ne soffre
il 30 per cento degli italiani.
E come si diceva, sul banco degli
imputati finiscono i pollini di
alcune erbe, le “graminacee”,
quelle con le spighette, diffuse in
Italia e che, a Napoli e in Campania,
sono rappresentate soprattutto
dalla parietaria, della famiglia
delle Urticacee o di alcuni alberi
(olivo, betulla). «Le variazioni climatiche
stimolano la pollinazione
anticipata, e alcune erbacce come
la parietaria, stanno già inducendo
sintomi nasali e bronchiali
— spiega D’Amato — Sempre i pollini
poi, una volta depositatisi sulle
congiuntive o sulle mucose nasali
o bronchiali, liberano rapidamente
il loro contenuto di allergeni».
Chi ne fa le spese? I giovani e gli
adulti sensibili, fascia di popolazione
che produce anticorpi, in
questo caso non protettivi, ma aggressivi
verso se stessi.