La mostra è ospitata nelle stanze del museo dell’Archivio Storico della Fondazione Banco di Napoli “Il Cartastorie” e ha ispirato una pubblicazione curata dalla Prof.ssa Bianca Stranieri con le immagini d’arte del maestro della fotografia, Prof. Fabio Donato.
Sono intervenuti alla conferenza stampa di presentazione Rossella Paliotto, Presidente della Fondazione Banco di Napoli il maestro Roberto Capucci, Enrico Minio Capucci, Direttore della Fondazione Roberto Capucci, Roberta Demartin (già Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Gorizia), Fabio Donato e Bianca Stranieri.
La mostra sarà aperta al pubblico dal 2 ottobre al 26 novembre 2021 (dal lunedì al sabato dalle ore 10.00 alle ore 18.00 e la domenica dalle ore 10.00 alle ore 14.00) nelle sale de IlCartastorie, museo dell’Archivio Storico del Banco di Napoli
La Fondazione Banco di Napoli apre le porte dell’Archivio storico del Banco di Napoli alle opere del maestro Roberto Capucci, il grande couturier famoso per le sue soffici sculture di seta. I suoi abiti scultura saranno esposti fino al 26 novembre, nell’ambito della mostra “Pagine di Seta”, tra i registri e gli inchiostri del museo “IlCartastorie”.
Il progetto culturale Pagine di Seta ideato da Rossella Paliotto, presidente della Fondazione Banco di Napoli ed Enrico Minio Capucci, direttore della Fondazione Roberto Capucci, vede ventuno opere d’arte di Capucci, provenienti dall’omonima Fondazione a Villa Manin in provincia di Udine, esposte tra i documenti custoditi nel museo dell’Archivio Storico del Banco di Napoli.
L’occasione della mostra ha offerto il pretesto per aggiungere qualche frammento del passato emerso dalle carte d’archivio, molte conservate alla Fondazione, per ripensare alla preziosa fibra scelta dal maestro romano per le sue opere-scultura, indiscussa protagonista nella storia sartoriale italiana e napoletana in età moderna: la seta. In omaggio a Roberto Capucci e alle meravigliose cromie delle sue ricercate ‘composizioni’, un rilievo particolare assumono i colori, pregni di sfumature di significato, che sembrano ridare vita ai documenti inediti, ulteriore testimonianza del passato di Napoli, centro di eccellenza per la produzione e la lavorazione della seta.
Più intrecci sono alla base dell’idea della mostra: Napoli e il Friuli, centri di produzione della seta, le opere d’arte Roberto Capucci, fondamento del Made in Italy sin dal 1952 anno della prima sfilata nella sala Bianca di Palazzo Pitti, e le documentate antiche attività seriche e artigianali legate al settore dell’abbigliamento napoletano. Tanta materia e tante piccole e grandi storie nel volume curato da Bianca Stranieri.
A sostegno dell’idea la documentazione-interpretazione fotografica di Fabio Donato, lavoro artistico di approfondimento dei rapporti possibili tra gli abiti e la straordinaria testimonianza della storia del Mezzogiorno, un’esperienza immersiva tra faldoni e multimedialità dove gli abiti e i manichini colloquiano con contenuti e notizie della storia economica, sociale ed artistica delle regioni meridionali e contratti commerciali con varie nazioni europee.
“Ospitare le opere del maestro Roberto Capucci, direttamente nelle sale dell’archivio, così come svelate in queste pagine dall’obiettivo sapiente di un altro maestro, l’artista fotografo Fabio Donato – dice la Presidente della Fondazione Banco di Napoli, Rossella Paliotto – intende essere oltre che una manifestazione plastica dell’attenzione della Fondazione Banco di Napoli per le eccellenze italiane, apprezzate e riconosciute a livello internazionale, anche una prova inequivocabile del potere comunicativo del suo archivio storico”.
L’Archivio storico della Fondazione Banco di Napoli con i suoi contenuti socio-economici rappresenta la fonte più autorevole e pragmatica della vita del Meridione a partire dalla metà del 500’ con le estensioni che seguono le vicende del Regno. Il patrimonio di conoscenza è custodito dalla Fondazione Banco di Napoli attraverso il “IlCartastorie” che ne promuove la divulgazione e la valorizzazione nella consapevolezza dell’unicità della raccolta.
A cura di Viviana Vinci