Preoccupazione per eventuali rischi alimentari, perplessita’ sul reale risvolto sostenibile e anche
timori per le conseguenze sui consumi. Da Tuttofood, rassegna dell’agroalimentare in corso da ieri a Fiera Milano, pare prevalere un no compatto alla proposta di regolamento Ue sul packaging. “Mi sembra un’idea totalmente assurda per non dire di peggio – afferma Chiara Cinquina, responsabile marketing dell’azienda Sole d’Abruzzo che produce olio e olive – Penso soprattutto alla quantita’ minima prevista per un imballaggio, se non sbaglio 1,5 Kg, ma chi sta studiando questo regolamento ha valutato i casi di prodotti che debbano essere consumati entro pochi giorni dopo l’apertura? E inoltre ritornando allo sfuso chi garantisce poi sul prodotto da quando esce dal produttore a quando arriva al consumatore?”. Anche per Laura Donghi, dell’industria dolciaria Quaranta di Caravaggio (Bergamo), il problema della sicurezza della filiera e’ fondamentale. “Forse ci sono prodotti che venduti sfusi non ne risentirebbero, come ad esempio frutta e verdura che si possono
lavare e se sono marci o altro si vede ad occhio nudo – dice –
ma noi produciamo, tra le altre cose, torroni e cioccolato, non
riesco a immaginare cosa accadrebbe”.
“È un passo indietro e non ne vedo proprio il motivo”,
aggiunge Veronica Angino, di Primabio, conserve e altri prodotti
pugliesi. Una posizione questa che prevale tra la maggior parte
degli espositori italiani alla rassegna, oltre 2500 brand
provenienti da tutto il mondo. Ribadita ancora una volta da
Luigi Scordamaglia, consigliere delegato di Filiera Italia:
“Tornare al riuso di contenitori e bicchieri lavati e rilavati
chissa’ come, e’ contro ogni sicurezza alimentare – dice – vuol
dire cancellare con un colpo di spugna decenni di esperienza
delle aziende italiane all’avanguardia mondiale in questo
settore”.