Culle vuote e sempre più meridionali che decidono di lasciare l’Italia. La fotografia annuale dell’Istat mostra un Paese sempre più vecchio e vuoto, con un calo demografico che a stento riesce a compensare il positivo contributo del saldo migratorio con l’estero, dovuto soprattutto alla crisi in Ucraina. Adirlo il report «Dinamica demografica Anno 2022» dell’Istat: al 31 dicembre 2022 i residenti italiani sono 58.850.717 ovvero 179.416 in meno, pari a -0.3% rispetto al 2021, ma la perdita di popolazione in Campania e Sicilia è la peggiore in assoluto con -0.6%. Riguardo le cancellazioni
in anagrafe dovute a trasferimenti di residenza, nel 2022 in totale se ne contano
1.745.978, e anche in questo caso
la Campania indossa la maglia
nera tra le regioni con i deficit
maggiori nel saldo migratorio
interno: -24.008.
MENO FIGLI
Nel 2022 c’è stato l’ennesimo
record negativo di nascite. Sono
nati appena 392.598 bambini,
ben 7.651 inmenorispetto al
2021, pari a -1.9%. Se globalmente
le culle restano vuote, in alcune
regioni del Sud c’è stato
un lieve incremento pari allo
0.7%. Alivello territoriale il tasso
di natalità è in media nazionale
pari a 6.7 per mille, ma la
provincia autonoma di Bolzano
si conferma la più prolifica
con il 9.2 per mille, mentre la
Sardegna la peggiore, 4.9 per
mille.
Secondo il dossier Istat, se
l’andamento delle nascite del
2021 ha lasciato pochi dubbi sul
ruolo svolto dall’epidemia nei
confronti dei mancati concepimenti,
più complesse sono le dinamiche
alla base del calendario
nel 2022. Il contesto della
crisi sanitaria ancora presente
nel 2021 e le conseguenti incertezze
economiche potrebbero
avere incoraggiato le coppie a
rimandare ancora una volta i
loro piani di genitorialità. L’aumento
delle nascite registrato a
gennaio 2022 (+3.4% in confronto
allo stesso mese del
2021) è in linea con il recupero
del bimestre novembre-dicembre
2021 (+10.6% rispetto allo
stesso periodo del 2020). A
marzo e aprile inizia un netto
calo delle nascite (-10.7% e
10%), solo in parte ricompensato
dall’incremento nel trimestre
giugno-agosto (+3.1%). Negli
ultimi mesi dell’anno il
trend è sempre in discesa con
picchi di forte contrazione a
settembre e ottobre (-5.1%