Sara’ un ‘Don Carlo’ potente, in cinque atti e con grandi voci tutte protagoniste quello firmato
da Claus Guth che aprira’ il 26 novembre (ore 17) nel segno di un
Verdi monumentale la stagione lirica del San Carlo.
“Difficile immaginare un cast migliore, e sono anche tutti
amici”, dice il soprintendete Ste’ phane Lissner presentando
l’ambiziosa nuova produzione a una settimana dal debutto di
gala. Michele Pertusi e’ Filippo II, Matthew Polenzani un Don
Carlo sofferente, ne’ eroe ne’ matto. Il suo amico Rodrigo e’
Ludovic Te’ zier, Elisabetta di Valois e’ Ailyn Perez, con il ruolo
della principessa Ebolie’ torna al massimo napoletano Elīna
Garanča, sul podio c’e’ Juraj Valčuha.
“Anche per me la versione ripresa da Abbado nel ’77 e’ la piu’
giusta” dice Lissner, non quindi quella di quattro atti eseguita
di consueto. Lo sottolinea il regista tedesco: “Senza il primo
atto si partirebbe subito dalla disillusione di Carlo e
mancherebbe un pezzo della storia”. Scelta la lingua italiana (e’
francese il libretto originale tratto dal dramma di Schiller)
per una regia che si annuncia ‘moderna’ nel senso dello studio
dei personaggi e della drammaturgia: il grande inquisitore, che
sara’ Alexander Tsymbalyuk, non rimandera’ ad esempio alla chiesa
ma un potere “che oggi e’ politico, economico” dice Guth.
Tra le poche anticipazioni concesse, la presenza costante in
scena di un attore, Fabian Augusto Gomez, nei panni anarchici
del giullare cui tutto e’ consentito. Anche nei costumi di Petra
Reinhardt e nelle scene di Etienne Pluss ci saranno passaggi tra
l’antico del dramma storico (tra Francia e Spagna nel 1560) e
segni della contemporaneita’ . “Nella mia idea di Don Carlo –
spiega Guth, al suo debutto al Lirico di Napoli – ho focalizzato
la mia attenzione sul personaggio principale, seguendo la sua
prospettiva. Don Carlo e’ fragile, incapace di far fronte a cio’
che la societa’ esige da lui. È un sognatore, piu’ vicino al mondo
della fantasia che alla realta’ . È e rimane intrappolato nello
stesso spazio e questa prigionia descrive la sua condizione nel
mondo. Non riesce a trovare una collocazione nel cosmo in cui e’
nato, sembra essere al posto sbagliato: il padre lo rifiuta e la
donna che ama diventa sua madre dopo aver sposato Filippo II.
Anche Rodrigo, l’unico amico che sembra avere, lo strumentalizza
per i suoi scopi. Tutto questo crea in lui una visione oscura
del mondo, simile ad una prigione. Con lo svolgersi dei cinque
atti, sempre piu’ i personaggi si rivelano nella loro stessa
disperazione e solitudine”. Sul palco anche una sfilata
militare.
Quattro repliche fino al 6 dicembre. Prima in
diretta-differita su Rai5 alle 21.15. Gia’ annunciate le presenze
dei ministri della Cultura Sangiuliano e degli Esteri Tajani.