È l’anniversario che nessuno di noi desiderava. Un anno fa la Russia scatenava un insensato e assurdo conflitto, sovvertendo il tempo e la storia e sfidando non solo l’Ucraina ma tutto l’Occidente. Certo, con due armi diverse. Quelle tradizionali, che creano morte e distruzione, sono scatenate da 365 giorni contro Kiev: otto milioni gli ucraini sfollati, già 50.000 i morti tra i soldati di Kiev e almeno il triplo tra quelli di Mosca, oltre a 7mila vittime civili. Quelle più moderne, che toccano il portafoglio, sono invece state usate contro i paesi europei con cui Mosca, e Putin in particolare, ha abilmente
saputo intrecciare importanti relazioni commerciali
nel corso degli anni. Qualche cifra può aiutare a
capire l’importanza di queste
relazioni: nel 2021 l’Italia importava
quasi il 30% delle fonti
energetiche di origine estera
(gas, petrolio, carbone)
proprio dalla Russia; una
quota di poco inferiore a quella
della Germania. L’Ungheria,
addirittura, dipendeva al
75% dalle fonti energetiche
russe. Uncappio.Adoggi non
possiamo ancora sapere né
quando né come finirà il conflitto
militare. L’augurio è
che ciò accada presto e, ancora
una volta, con la vittoria di
Davide contro Golia.