Spalletti ha preparato il suo intervento davanti a una platea dove c’erano anche Danilo Iervolino,
Joe Barone, Giovanni Carnevali e Cristiano Giuntoli. Ti lascio perché ti amo troppo. No, questa no. Spalletti  non può mandare così all’aria due anni di progetti e un futuro pieno di sogni, lasciando il Napoli così, con queste parole. Vanno bene per Alessandro Siani (che ne fece un film nel 2006) ma non per giustificare un addio dopo uno scudetto che ancora è lì che odora di storia. Anche perché, come dice scherzando con Simona Rolandi, la giornalista Rai che conduce l’evento di Coverciano organizzato dall’Ussi e dal Movimento Cristiano Lavoratori del presidente Michele Cutolo, «può sembrare strano, ma anche nella vita ci sia lascia per il troppo amore». Per carità, non è strano. Stranissimo. Anzi, nella vita di tutti i giorni quasi sempre c’è un altro di mezzo.Ma Spalletti giura che non è così. «Non lo so cosa sia
un anno sabbatico, ho detto a De Laurentiis che voglio stare fermo. Né con il Napoli né con un altro club. Voglio allenare solo mia figlia Matilde, ci devo stare insieme». De Laurentiis si prepara ai saluti, spera che sia tra buoni amici, come al termine di una festa che, grazie a Lucianone, è riuscita splendida.
Emozionato e grato. Ma per spiegare la separazione serve altro che né Luciano Spalletti né il presidente vogliono tirar fuori. E allora aggrappiamoci a questo giro fantasioso lasciando perdere che Spalletti va via perché fa fatica stare in questo Napoli. E che De Laurentiis, dopo aver fatto vari tentativi, anche con ipotesi di rinnovo, ne ha preso atto. In cuor suo, pure felice. «No, nulla mi può far cambiare idea». Va bene, va via da trionfatore. Come Giulio Cesare e il suo “veni, vidi, vici”.  Gianfranco Coppola, presidente dell’Ussi, prova a tenerlo a suo agio. Spalletti è arrivato a Coverciano domenica sera, direttamente da Bologna. E ha pure dormito nel centro tecnico federale (chissà se gli è venuta voglia di diventare un giorno ct dell’Italia). Spiega ancora: «Napoli merita il meglio, solo se uno conoscesse Napoli si renderebbe conto di cosa è il meglio in quella città. E al momento non sono pronto per questo, per potermi ripetere. Ho bisogno di riposarmi, mi sento stanco. Ho bisogno di staccare un po’. Sono felice che De Laurentiis lo abbia detto l’altra sera. Sembrava che stessimo a tirarla un po’ lunga. Ora, se qualcuno vuole venire a infilarsi gli stivali, lo aspetto. Perché io non allenerò il Napoli o altre squadre.
“Starò fermo un anno”

L’Inviato a Coverciano Michele Romano