Apre domani a Napoli il forum sulla calcolosi urinaria, organizzato su base regionale dal Prof Vincenzo Mirone, ordinario di Urologia e Responsabile dell’UOC dell’Azienda Ospedaliera universitaria Federico II, e dal dr Francesco Mangiapia, dirigente medico dell’Urologia dell’AOU Federico II, e responsabile regionale della Campania dell’Associazione Urologica per la Calcolosi (CLU)Mercoledì alle ore 18.30 è prevista la sessione su Economia e Politica in Campania con gli interventi, tra gli altri, dei Proff, Vincenzo Mirone e Maria Triassi e di Antonio Marchiello, assessore al lavoro e alle attività produttive della Regione Campania, a moderare i lavori il giornalista, Mimmo Falco

La calcolosi urinaria è una patologia comune di notevole impatto socio-economico, infatti i malati di calcolosi urinaria perdono circa 6,4 giorni lavorativi ogni anno, 2,6 dei quali passati in regime di ricovero ospedaliero, con un aggravio dei costi quindi doppio sul SSN. Si calcola che in Italia ci sia un’incidenza di circa 3000 nuovi casi/anno per milione di abitanti con una prevalenza approssimativamente del 2-3% nella popolazione generale. E’ stato stimato che il 12% della popolazione svilupperà nel corso della propria esistenza litiasi renale, la metà circa di questi pazienti avrà una ricaduta nei successivi cinque anni. Tale incidenza è ancora maggiore nella regione Campania per ragioni climatiche dietetiche ed ambientali. Nel recente passato le possibilità terapeutiche, nei soggetti affetti da calcolosi delle vie urinarie erano ristrette alla sola chirurgia a cielo aperto; dal 1980, con l’ affermarsi della litotrissia extracorporea ad onde d’urto (ESWL) e con la contemporanea evoluzione delle tecnologie endoscopiche che hanno portato alla nascita della litotrissia percutanea (PCNL) ed in seguito anche alla ureterolitotrissia (URSL), il ventaglio delle possibilità terapeutiche si è ampiamente allargato tanto che oggi possiamo affermare che il trattamento chirurgico della calcolosi è relegato ai pochi casi di litiasi complessa ed agli insuccessi delle suddette terapie “mininvasive”, con notevoli vantaggi in termini di spesa sanitaria e benefici per il paziente.

Gli ultimi 10 anni sono stati caratterizzati da una continua evoluzione nella gestione e nella terapia della calcolosi urinaria, con un progresso tecnologico entusiasmante che ha permesso di miniaturizzare e rendere più efficienti, sicure ed attraenti le opzioni terapeutiche a disposizione, oltre a renderle fruibili ad un sempre maggior numero di specialisti.