La faida cominciata a ottobre con la scarcerazione di un boss. Nel mirino il clan dei “nessuno” di Irène de Arcangelis II boss del clan rivale viene scarcerato. Toma a casa e quella stessa notte esplode la prima bomba. Messaggio di saluto e segnale di avvertimento: la guerra ricomincia. È lo scorso ottobre. Da allora non c’è pace a Ponticelli, la scorsa notte ancora una esplosione che fa tremare i residenti e piombare le volanti. Terzo episodio in quattro giorni. È l’ultimo passo di una guerra vicina alla dichiarazione ufficiale per il controllo del territorio in uno dei quartieri più turbolenti di Napoli Est, dove al momento si fronteggiano da una parte i reduci dei De Micco “bodo” con i De Martino, dall’altra i Casella con i De Luca Bossa alleati dei Rinaldi, degli Aprea e legati all’Alleanza di Secondigliano. Posta in gioco droga e racket, da conquistare con l’esplosione di bombe notturne. Come quella del 19 marzo, sei auto danneggiate, un uomo affacciato al balcone ferito a una spalla in via Crisconio. L’ultima guerra vede altri schieramenti sul campo. Le bombe vengono fatte esplodere nelle vicinanze di casa dei soggetti che devono ricevere il messaggio a cominciare da quella di ottobre contro il boss Luigi De Micco scarcerato. Poi gli alleati De Martino. La scorsa notte la bomba viene segnalata dai residenti tra via Guido della Valle e via Vera Lombardi. È dunque probabilmente un messaggio per i De Martino. Li abita il suocero di Salvatore (in carcere, condannato all’ergastolo per l’omicidio di Annunziata D’Amico ‘a passüonä) e Antonio, libero e incensurato. Il suocero era anche il destinatario del secondo messaggio bomba, con l’ordigno piazzato vicino alla ruota dell’auto che aveva noleggiato. E nella notte tral’ll eil 12 maggio un altro ordigno viene lanciato da un cavalcavia al rione Fiat di Ponticelli, dove abita la famiglia De Martino. Zona controllata da vedette, quasi inawicinabile, per cui la bomba poteva soltanto essere lanciata da un cavalcavia. Subisce per ora l’alleanza De Micco-De Martino, negli ultimi mesi ci sono stati tré tentati omicidi. Guerra dichiarata, stando alle dichiarazioni di un pentito, in seguito a un mancato accordo per la spartizione dei guadagni illeciti calcolando anche lo stipendio ai detenuti