Il vescovo Pisanello ha esortato tutti i cristiani alla speranza, che è anche il tema del Giubileo e che, ha spiegato, è stato il tratto fondamentale della grande opera di carità realizzata dal futuro santo Bartolo Longo, insieme con la moglie, Marianna Farnararo de Fusco. “Oggi le Opere del nostro Beato, adeguate al tempo presente – ha aggiunto – accolgono 250 tra bambini e adolescenti con problematiche sociali, spesso gravi; forniscono un pasto caldo a circa 150 persone quotidianamente; accolgono in un ambiente
sereno e protetto gestanti, mamme e piccoli, specialmente migranti; e sono attive per il recupero di chi è finito nel dramma della dipendenza da alcol e da droga”. Il vescovo di Oria ha quindi indicato proprio Bartolo Longo, quale laico, fu esempio di una grande conversione, pur avendo “vissuto esperienze poco edificanti: adesione allo spiritismo, al positivismo – negando il soprannaturale – e all’ateismo pratico”.
La speranza insieme alla preghiera, quindi permettono di compiere azioni umanamente impensabili, perché “credere è una condizione che ci mette dalla parte di Dio”.