Oggi sarà il giorno del dolore. Il giorno in cui familiari e amici daranno l’ultimo saluto a Francesco Pio Maimone, il diciottenne ucciso per errore a Mergellina domenica notte. Oggi sarà il giorno del dolore, ma è da lunedì scorso che Pianura piange la scomparsa di Francesco Pio. Decine di persone si sono radunate al rione Incis anche ieri, dove è stata organizzata una fiaccolata, snodatasi per le strade del quartiere, per onorare la memoria della giovane vittima di Mergellina. Carlo Chiaro, il migliore amico di «Checco», è sempre lì in strada, ogni giorno e ogni sera: «Il ricordo di Pio è indelebile, incancellabile. Era un ragazzo d’oro, gli volevano bene tutti». Indossa una t-shirt bianca con la foto sorridente
dell’amico sulla felpa. Guarda al cielo mentre parla. Prende
lunghe pause accompagnate dagli applausi delle persone
che lo circondano. Dal punto di vista investigativo,
quasi tutti i tasselli del puzzle sono andati al loro posto.
Quasi, perché mancano
ancora alcuni elementi. In primo
luogo, manca la pistola
che Francesco Pio Valda
avrebbe utilizzato durante la
lite nel corso della quale è rimasto
accidentalmente ucciso
il diciottenne. L’arma, un revolver
calibro 38, non si trova.
Non si esclude che possa essere
stata gettata in mare. Il secondo
elemento sono le scarpe,
quelle «Louis Vuitton» da
mille euro che, sporcate per
un pestone, sono state la causa
scatenante della lite poi degenerata.
Neanche di quelle
c’è traccia. E manca anche una
persona, un giovane che non è
stato meglio identificato e del
quale si conosce solo il nome
ma non il cognome. Una persona
che ha prelevato Valda la
mattina del 20 marzo e lo ha
portato via dal quartiere Barra
per sfuggire alla polizia.
Pochi elementi, ma importanti
per chiudere il cerchio
delle indagini. Mentre Valda è
in carcere con l’accusa di omicidio
con aggravante mafiosa,
spuntano sui social nuovi profili
con il suo nome e che altro
non sono che celebrazioni