Uno spirito che si nutre del ritmo del flamenco, della passione che scorre nelle vene e della gioia senza fine di una fiesta.
Strizza l’occhio alla Spagna, quindi, la designer Chiara Boni,
affascinata da un tocco di esuberanza e anche vivacità che si
traducono in uno stile vivace per la sua collezione
autunno/inverno 2020.
“C’è un’anima spagnola in questa collezione – ha detto
all’ANSA la Boni – e il riferimento si vede in tante piccole
idee per accessoriare i capi tuttavia l’elemento portante, come
per tutte le mie collezioni, resa una sartorialità rivista, che
mi invento di volta in volta”. In passerella è andata in scena
tutta quella femminilità e classicità per le quali Chiara Boni è
tanto amata negli Stati Uniti, un’eleganza senza tempo che
guarda soprattutto agli anni ’50, un periodo che la Boni
considera un faro in fatto di eleganza e formalità.
In fatto di tessuti, un velluto sfarzoso si giustappone a
quello che è il marchio di Chiara Boni La Petite Robe, il jersey
stretch, prodotto da Eurojersey, azienda tessile italiana che da
più di dieci anni è impegnata in un programma di sostenibilità
ambientale. Non a caso è stata la prima azienda italiana di
abbigliamento femminile ad aver ottenuto la certificazione
europea Pef (Product Environmental Footprint). “Siamo sempre più
sostenibili – continua la Boni – e stiamo lavorando per arrivare
a certificare quasi tutta la collezione”. Chiara Boni è stata
anche la prima a utilizzare il tessuto tecnico, tipico dello
sportswear o del beachwear, nell’alta moda.
E dopo aver ormai consolidato il suo brand negli Stati Uniti
dove la Chiara Boni La Petite Robe è un riferimento per molte
donne americane, dopo aver superato l’esame a Pitti Uomo 97 con
la collezione ‘Trailbrazer’, la Boni pensa a portare l’uomo
anche a New York. “Stiamo avendo successo – ha spiegato – e
perché no, vorremmo provare anche negli Stati Uniti”. (ANSA).