“Sono molto contenta perché quest’anno ci sono stati dei film bellissimi o fatti da donne o con dentro tante donne e penso sia questo un valore aggiunto per tutti”. Lo dice Cristina Comencini, con in platea il figlio Carlo Calenda, ricevendo al Maxxi di Roma uno dei due premi alla carriera (l’altro è andato a Marco Tullio Giordana) della 79/a edizione dei Nastri d’argento, assegnati dal Sindacato Nazionale Giornalisti Cinematografici italiani. Un’annata che vede come trionfatrice proprio un’altra Comencini, Francesca, che conquista con Il tempo che ci vuole 5 Nastri, tra i quali miglior film, miglior attrice protagonista a Romana Maggiora Vergano (ex aequo con Valeria Golino per Fuori) e miglior attore protagonista a Fabrizio Gifuni. “Bisogna battersi per un contratto collettivo per sceneggiatori, sceneggiatrici, registi e registe – rimarca Francesca Comencini- è importante che questo mestiere, l’unico di questa categoria che non ha nessuna regola contrattuale, abbia delle regole. Non è una battaglia ideologica ma per consentire l’accesso e la sostenibilità di
questo mestiere ai ragazzi e le ragazze”. E’ una cineasta a vincere anche il Nastro per il miglior
esordio, Greta Scarano con Il tempo che ci vuole, a cui va anche
il premio per il miglior attore di commedia con Yuri Tuci (ex
aequo con Pietro Castellitto per Diva Futura). “Mentre celebriamo
la nostra cultura – dice Greta Scarano, all’8/o mese di
gravidanza- non possiamo dimenticare che a poca distanza da noi
si consuma un genocidio, quello del popolo palestinese e siccome
i nostri rappresentanti non si degnano di dire una parola, penso
sua importante continuare a parlarne”. Un richiamo all’attualità
che torna anche nelle parole di Francesco Gheghi, vincitore per
Familia di Francesco Costabile del Premio Biraghi (andato anche a
Celeste della Porta per Parthenope) per i giovani attori e del
premio al cameo dell’anno per Fuori. “Volevo dedicare il premio a
tutti i bambini ai quali per una guerra – dice il 23enne Gheghi –
è stata tolta la vita o la possibilità di avere una giovinezza
serena”.
Tra i momenti più emozionanti il premio Nuovo Imaie (andato
anche a Ludovica Nasti per La storia del Frank e della Nina, ndr)
a Samuele Carrino protagonista da Il ragazzo dei pantaloni rosa,
sulla storia di Andrea Spezzacatena, che si è tolto la vita, a 15
anni, dopo essere stato vittima di bullismo a scuola. Sul palco
con il giovane attore è salita anche Teresa Manes, la mamma di
Spezzacatena: “Grazie per aver riportato in vita Andrea e per il
valore sociale di questo film – ha sottolineato -. La morte non è
niente”.
Valeria Golino, miglior attrice protagonista per Fuori, ha
condiviso il palco con Matilda de Angelis (che ha dedicato il
premio alle detenute ed ex detenute di Rebibbia, ndr) ed Elodie,
migliori attrici non protagoniste per il film di Martone.
Tra gli altri riconoscimenti della serata, il Nastro per il
film dell’anno a Diamanti di Ferzan Ozpetek e quello per la
miglior commedia a Follemente di Paolo Genovese, premiato anche
con Pilar Fogliati miglior attrice di commedia.
