Diventano due i vaccini anti-Covid che potranno essere utilizzati per l’immunizzazione dei piu’
giovani, ovvero dei ragazzi dai 12 ai 17 anni. Dopo il vaccino
Pfizer, anche quello prodotto da Moderna ha infatti ricevuto il
via libera dell’Agenzia italiana del farmaco (Aifa), dopo l’ok
dei giorni scorsi da parte dell’Agenzia europea dei medicinali
(Ema). Un’arma in piu’ per dare maggiore spinta alla campagna
vaccinale, anche in vista della riapertura delle scuole a
settembre, e che vede il pieno appoggio dei pediatri. I vaccini,
affermano, sono “sicuri” anche per questa fascia d’eta’ .
L’ok definitivo e’ arrivato dalla Commissione Tecnico
Scientifica (CTS) di Aifa, che ha dunque approvato l’estensione
di indicazione di utilizzo del vaccino Spikevax (Moderna) per la
fascia di eta’ tra i 12 e i 17 anni, accogliendo pienamente il
parere espresso dall’Ema. Secondo la CTS, infatti, i dati
disponibili dimostrano l’efficacia e la sicurezza del vaccino
anche per i soggetti compresi in questa fascia d’eta’ .
Una pronuncia che vede pienamente concordi i pediatri. Come
sottolineato infatti dalla presidente della Societa’ italiana di
pediatri (Sip), Annamaria Staiano, bisogna “insistere sul fronte
delle vaccinazioni perche’ i dati attualmente disponibili
dimostrano che i vaccini in questa fascia d’eta’ , dai 12 anni in
su, sono perfettamente sicuri”. Per evitare di nuovo la
didattica a distanza Dad, ha avvertito, “e’ importante ancora di
piu’ sensibilizzare i genitori e i ragazzi sulla certezza della
vaccinazione anti-Covid, che e’ l’unica arma per combattere la
diffusione del contagio”. Stigmatizzando quindi le tante fake
news in circolazione su vaccinazioni e bambini – come il rischio
di infertilita’ o di danni al Dna – Staiano invita genitori e
ragazzi a stare tranquilli. La maggior parte dei soggetti in
queste fasce d’eta’ , chiarisce, “non presenta eventi avversi dopo
la vaccinazione, pero’ in un soggetto su dieci si possono
verificare degli eventi avversi di lieve entita’ , che possono
seguire anche ad altri tipi di vaccinazione, quali, ad esempio,
dolore nel sito di iniezione, stanchezza, mal di testa, dolori
muscolari e articolari, brividi, qualche volta diarrea, febbre,
ma sono tutti sintomi aspecifici molto ben controllabili”.
Quindi ad oggi “non sono riportati eventi avversi tali da poter
incutere paura nei genitori circa la vaccinazione dei propri
figli”. Quanto al dibattito sull’obbligo vaccinale, “sebbene
siamo veramente ancora molto lontani per la copertura vaccinale
in questa fascia d’eta’ , noi come societa’ scientifica – rileva –
non possiamo consigliare l’obbligo. Dobbiamo invece implementare
la campagna di sensibilizzazione e diffondere le giuste
conoscenze tra i genitori per renderli sempre piu’ consapevoli di
scegliere per il meglio”.
Intanto, nuove evidenze scientifiche arrivano sul fronte dei
vaccini in uso. L’azienda Pfizer ha infatti reso noto che una
terza dose di vaccino anti-Covid rafforza la protezione contro
la variante Delta, sottolineando che “nuovi studi mostrano che
una terza dose ha effetti neutralizzanti della variante Delta
cinque volte maggiori per coloro fra i 18 e i 55 anni dopo la
seconda dose, e 11 volte maggiori per coloro fra i 65 e gli 85
anni”. Le autorita’ , aggiunge Pfizer, determineranno “se e a chi
raccomandare” una eventuale terza dose. Un altro studio
pubblicato sulla rivista Lancet dimostra invece che il rischio
di avere una trombosi con trombocitopenia (Tts), l’evento
avverso piu’ grave associato in rarissimi casi al vaccino
Astrazeneca, cala molto dopo la seconda dose, tornando ai
livelli della popolazione generale.