C’è Tarab (Soffio d’anima), composizione inedita datata tra la fine degli anni Ottanta e l’inizio degli anni Novanta, un brano di soli vocalizzi. Madre e Figlia, inedito del 1982 con testo di Mia Martini e musica di Guido Guglielminetti per la musica; Il fiume dei profumi, brano all’origine pubblicato nell’album Lacrime del 1992, in una versione che è una prova registrata nello studio di casa di Biagio Antonacci nel 1991. E poi Il Pescatore di Fabrizio De André, già presente live nel disco Miei compagni di viaggio (1983), rivisitata negli anni ’90 con un cantato completamente diverso e un arrangiamento del tutto inedito. E Almeno tu nell’universo, tra i brani più significativi della carriera di Mimì, sicuramente quello che la riportò al successo dopo un periodo di silenzio, scritto da Bruno Lauzi su musiche di Maurizio Fabrizio, qui nel cantato del provino che fu fatto ascoltare alla commissione esaminatrice del festival di Sanremo del 1989. Sono soltanto alcuni dei brani di Mia Martini, una delle cantautrici più raffinate di sempre, contenuti nell’album Tarab, appena uscito, a 30 anni dalla morte dell’artista, scomparsa il 12 maggio 1995. Una tracklist composta da canzoni inedite e interpretazioni alternative di brani già noti proposti con nuovi arrangiamenti e con la produzione artistica di Maurizio Piccoli,
in digitale, in cd e in doppio vinile crystal (Nar International/Warner Music Italy). Tarab deriva dall’arabo tarabi (طرب) che significa “agitarsi”, “danzare” o “divertirsi con la musica”. È una delle poche parole al mondo che non possono essere tradotte con un unico termine in un’altra lingua, ma che devono essere spiegate utilizzando più
parole. Ad accompagnare l’uscita dell’album, Il fiume dei profumi: se
nella versione pubblicata nel 1992 nel disco Lacrime era presente
il brano scritto, suonato, arrangiato e prodotto da Biagio
Antonacci, in questa versione inedita l’ascoltatore potrà entrare
nella casa di Antonacci, in quell’ottavo piano di via Fiordalisi
a Rozzano, e ascoltare il provino originale registrato
nell’inverno del 1991 quando la grande Mimì cantò per la prima
volta il brano accompagnata dallo stesso Antonacci (un giovane
cantautore che da lì a poco sarebbe arrivato al grande successo)
con la sua tastiera Yamaha DX7. Per il lancio dell’album è stato
realizzato anche il videoclip Il fiume dei profumi (ideazione e
editing di Giuseppe Coviello che ha curato anche l’artwork e le
grafiche della copertina).
“L’idea di onorare il trentennale della scomparsa di Mia
Martini è nata all’inizio del 2024. Fin da subito ci è stato
chiaro il progetto di elaborare brani, rarità inedite e
performance vocali, anch’esse inedite, ascoltabili solo in rare
registrazioni dal vivo o realizzate in studio durante le prove
per i concerti. Il lavoro vero e proprio – racconta Maurizio
Piccoli – ha preso due strade: quella dell’utilizzo della sola
voce presente nelle registrazioni dei provini in audiocassette e
Dat e quella di costruire nuovi arrangiamenti per la gran parte
dei brani con l’intento di vestire di suoni e ritmi più moderni
la sua magnifica voce. Un motto mi ha accompagnato in questo anno
di lavoro regalare a Mimì una nuova primavera dopo quel maggio
rubato nel 1995. Risultato finale è stata per me una sorta di
frequentazione giornaliera con Mimì e la sua voce preziosa
presente in una quarantina di brani, quelli scelti inizialmente,
sui quali – prosegue Piccoli – ho lavorato sempre in contatto con
Franco Canuto, così da fruire dei suoi puntuali e partecipati
consigli di profondo conoscitore dell’artista, che ha dato un
importante contributo per portare a termine questo progetto che
rappresenta le diverse sfaccettature musicali e interpretative di
Mia Martini che da più di cinquant’anni ci regala grandi
emozioni”.
