Torre del Greco, scoppia il caso di un’intera famiglia vittima del virus. Padre, madre, una figlia morii e un figlio ricoverato al Cotugno, anche lui ammalato: nessuno di loro si era vaccinato. È il fronte dei contagi, come sempre, a tenere banco. Il numero di positivi in salita, ieri era a quota 292 su 9.192 tamponi effettuati, con un salto rispetto al giorno precedente di 59 unità. L’indice di incidenza rivela comunque che si è passati dal 3,25 percento di contagi di due giorni fa al 3,17. Stavolta, quindi, una riduzione che però non si basa sul numero dei test antigenici rapidi. Altrettanto ottimistica è la situazione che riguarda la pressione negli ospedali: ieri dal registro dei ricoveri risultavano in degenza ordinaria 175 pazienti sintomatici, con un calo di 9 unità rispetto all’altro ieri, mentre nelle terapie intensive il dato appare costante con 13 ricoverati. Di fatto la banca dati ci dice che il maggior numero di degenti è ospitato nelle corsie del Polo infettivologico partenopeo, il Cotugno, a dispetto delle altre strutture ospedaliere, che continuano fortunatamente a mantenere i reparti Covid vuoti. Come per esempio acca de al Cardarelli, dove sia le pneumologie che i reparti di terapia subintensiva ospitavano fino a un mese fa soggetti in insufficienza respiratoria trattati col casco. Intanto il governatore Vincenzo De Luca interviene sulle prospettive: «Uno degli obiettivi per i prossimi due mesi è aprire tutte le scuole in presenza. Per quanto riguarda i giovani da vaccinare, sui 530 mila tra i 12 e i 18 anni se ne sono iscritti 220 mila, e di questi il 75 percento ha già avuto la prima dose, e 50 la seconda». Ma avverte il governatore: «Dobbiamo completare anche per questa fascia, come pre-condizione per mandare a scuola tutti, altrimenti sarà didattica a distanza». A Torredel Greco, dove sono ancora sotto shock per la morte di un’intera famiglia non vaccinata, è deceduta un’altra 86enne, portando i morti da Covid a 172. Dice il direttore del presidio di Boscotrecase, che ha avuto un ruolo predominante in provincia come struttura di accoglienza per pazienti Covid: «Sono arrivati tutti in condizioni respiratorie di estrema precarietà. Probabilmente ci vengono attribuite dai familiari delle tré vittime responsabilità che non abbiamo. Il problema è quello di far capire a tutti che non vaccinarsi significa essere più a rischio vita e sono soprattutto i più anziani e i più fragili quelli che possono rimetterci la pelle». Non apre bocca la nipote delle vittime: «Danneggerei mio zio che è ricoverato ancora in condizioni difficili e non sa niente della morte della sorella e dei genitori. Parlerò a tempo debito e saranno tante le cose che dovrò dire: chi non si vaccina, deve forse morire se si ammala?