A Cura di Valentina Busiello: Eccellenza, il Presidente Edoardo Cosenza dell’Ordine degli Ingegneri di Napoli. Allo storico ed importante Palazzo Partanna, situato nel cuore di Piazza dei Martiri della citta’, ha sede l’Ordine degli Ingegneri di Napoli, nelle eleganti e maestose sale, un tocco di rinnovo dall’arredo moderno e tecnologico, dal terrazzo panoramico e riservato, cosi’ il Presidente Edoardo Cosenza, ci descrive nei dettagli la nuova sede dell’Ordine.” La nostra è una sede accogliente e funzionale, qui’ a Palazzo Partanna, dove ci affacciamo con uno sguardo su Piazza dei Martiri, centro di molte attività importanti della citta’ ”. Stimato Presidente e Professore di Ingegneria, disponibile nel parlarci di nuove tecnologie all’avanguardia, e studi innovativi tecnologici sulla costruzione di edifici. “Mi sono laureato in Ingegneria civile nel 1982 nell’ Universita’ degli studi di Napoli Federico II, ho conseguito il Dottorato di Ricerca, (la prima volta che nasceva in Italia questo nuovo titolo accademico), nel primo ciclo nel 1985. Ho avuto una carriera universitaria fortunata, Professore Ordinario di Tecnica delle Costruzioni dal 1996, nell’attuale Dipartimento di Strutture per l’Ingegneria e l’Architettura dell’Universita’ degli studi di Napoli Federico II, sono stato Preside della Facolta’di Ingegneria di Napoli dal 2005 al 2010, sono stato Assessore alla regione Campania con delega ai Lavori Pubblici, Protezione Civile e Grandi progetti con fondi europei dal 2010 al 2015, un’ esperienza di grande interesse che mi ha dato tanto. Sono stato eletto due anni fa’, Presidente dell’Ordine degli Ingegneri della provincia di Napoli, il secondo Ordine d’Italia, dopo Roma e prima di Milano. Napoli per l’ingegneria ha sempre avuto un ruolo significativo ed importante facilmente dimostrabile attraverso i numeri: a Napoli, oltre il del 25 per cento di chi si iscrive all’Universita’, si iscrive ad ingegneria, quasi il doppio della media nazionale, l’anno scorso abbiamo ampiamente superato le 3000 matricole, un dato davvero sorprendente. Abbiamo una seconda, nuova, innovativa sede di Ingegneria, nel Polo della Federico II Secondo, a San Giovanni a Teduccio, con un parco aperto anche al pubblico, bellissimo! Ed un grande parcheggio gratuito per le auto, a stazione della Linea 2, vicinissimo abbiamo tutta una serie di impianti tecnologici: la Apple Academy, la Cisco Academy, Ferrovie dello Stato Academy, Deloitte Academy, studi del grande gruppo di Assicurazioni AXA che a Napoli fa le analisi di Rischio. Complessivamente un grande investimento della Federico II, che di fatto sta riqualificando un importante pezzo della citta’di Napoli. Sul tema della sicurezza delle scuole, ritengo mediamente, che le scuole sono piu’ sicure delle abitazioni: c’è un responsabile della sicurezza, ci sono ( o comunque dovrebbero esserci) certificati di agibilita’; inoltre quasi sempre le scuole sono state realizzati con criteri strutturali standard. Naturalmente è normale che ci sua più attenzione per le scuole, essendoci bambini, piu’ grande di casa propria; ma devo paradossalmente dire che i genitori, in alcune circostanze, tendono a togliere i bambini dalla scuola per portarli a casa propria, senza avere un’idea di quanto sia importante conoscere la sicurezza sismica di casa propria, che molto spesso e’ inferiore alla scuola! Cosi’, il cittadino si informa di piu’sull’agibilita’ di una scuola che di casa propria. Diciamo anche che il patrimonio Nazionale un po’ e’ migliorato, con i tanti programmi di investimento che si sono fatti dopo la tragedia della Scuola di San Giuliano. Il miglioramento non è sempre facile, intervenire su una costruzione esistente, e’ piu’ difficile che intervenire con una nuova realizzazione In ogni caso se oggi si costruisce una scuola sicuramente la si fa’ con criteri antisismici, anche di avanguardia. Comunque anche sulle scuole esistenti si può fare tanto, anche se con maggiori difficolta’. Intervenire su una costruzione vecchia e’ piu’ difficile, pero’ moltissimo si puo’ fare. Noi ingegneri stutturisti napoletani da anni abbiamo studiato tecniche innovative; ad esempio da molti anni si usano i rinforzi con fibre di carbonio, fibre di vetro; in pratica, per spiegarlo semplicemente, una specie di nastro adesivo molto resistente che si mette attorno ai pilastri estremamente resistente. Quando si avvolge trasmette, e’ letteralmente un tessuto di carbonio o di altre fibre, poi ci sono tecniche chimiche, che iniziammo a studiare insieme agli esperti di polimeri in particolare con il Professore Nicolais, che consentono alle resine di solidarizzare con le fibre costituendo dei “ materiali compositi” e realizzando quello che oramai nelle Norme Tecniche viene chiamato: Rinforzo con Materiali Fibrorinforzati. E’ in pratica l’estensione anche al mondo delle costruzioni civili della vetroresina delle barche e delle strutture delle auto di Formula 1. La Fibra di carbonio e’ piu’ costosa, ma ci sono anche altri tipi di fibre, tipo di vetro, di acciaio, di basalto e varie altre , la cui scelta dipende da costi e da prestazioni richieste. Si possono poi anche sostituire le resine con materiali maggiormente compatibili con vincoli degli edifici storici in muratura, come ad esempio malte. Naturalmente per il rinforzo strutturale si possono usare anche tecniche più tradizionali, come ad esempio l’inserimento di pareti in cemento armato, oppure di strutture in acciaio; oppure altre tecniche innovative potendosi anche arrivare a tagliare alla base le costruzioni con poi l’inserimento di isolatori sismici; su questo tema c’è stata una fortissima evoluzione, anche noi Napoletani su questo siamo all’avanguardia; abbiamo per esempio di edifici: l’Ospedale del Mare, isolato sismicamente, ha alla base oltre 300 isolatori sismici, poggiato sugli isolatori, che oggi non si vedono perche’ sono protetti con materiale antincendio, mentre erano un vero spettacolo durante la costruzione. La stessa tecnica si può utilizzare anche per le strutture esistenti, tagliandole alla base, specie se le scuole o più in generale le costruzioni sono in cemento armato. Un altro argomento sensibile in questo periodo, dopo la tragedia di Genova, e’ l’adeguamento dei ponti, anche per i ponti, l’isolamento sismico e’ fondamentale per la riduzione delle azioni sismiche: è una tecnica, di fatto, per fare arrivare le azioni molto meno forti sulla struttura, cioè questi isolatori sono come, i piedini di una lavatrice che impediscono che le vibrazioni della lavatrice finiscono in pavimento; al contrario gli isolatori sismici impediscono che le vibrazioni del terreno dovute al terremoto, diano grandi effetti sulla struttura. In definiva l’ingegneria possiede moltissime tecniche, poi il bravo ingegnere sceglie quella piu’ economica, veloce e ottimale, per ogni caso specifico, non c’è ne una migliore di un’altra in assoluto. Le tecniche vanno tagliate su misura. Dunque la tecnologia non e’ un problema, il vero problema sono i costi ed i relativi finanziamenti. Per le Scuole, come dicevamo, in questi anni ce ne sono stati, ma mai a sufficienza. Tornando all’ingegneria napoletana, c’è una tradizione a Napoli che come dicevo conta piu’ iscritti all’Ordine degli Ingegneri di Milano. E nell’ambito Civile strutturale, che è quello che meglio conosco, anche in un periodo di crisi come quello attuale i nostri ingegneri trovano interessanti lavori un poco ovunque: li trovi a lavorare alla nuova Linea della Metropolitana di Parigi, ma anche nella realizzazione degli stadi per i Mondiali del 2022 in Qatar, oppure per le tante opere che si realizzano nell’est dell’Europa dal Kazakhstan, alla Polonia. Un altro settore in cui ci sono ingegneri Napoletani bravissimi, e’ quello dell’ingegneria dei Paesi poveri che però sono Emergenti, per conto delle tante organizzazioni umanitarie che ci lavorano. Ad esempio spesso e quasi sempre in Africa ci sono pochissimi acquedotti, il problema dell’approvvigionamento dell’acqua, è un problema ingegneristico importantissimo. E ci vuole una grande capacità per risolvere questi problemi con i pochi mezzi a disposizione localmente Una realta’ molto difficile, dove pero’ quando si inizia a lavorare in quel campo, dopo poi non si smette piu’! Un mio laureato, 15 anni fa’, e’ andato a lavorare in questi Paesi poveri o appena usciti dalle guerre, dove l’ingegneria e’ difficilissima, ed e’ sempre stato apprezzatissimo; la capacita’ di adattamento, la fantasia nel risolvere problemi inattesi e il grande coraggio dei napoletani, è stato apprezzatissimo. Da allora ha girato praticamente ovunque e la sua vita lavorativa è intensissima e soddisfacente, adesso è a Lagos. Quali sono i libri che ho scritto e che maggiormante mi hanno dato soddisfazione: uno è certamente quello che scrissi assieme all’epoca giovanissimo prof Gaetano Manfredi, oggi stimatissimo della Universita’ degli studi di Napoli Federico Secondo: un libro sull’ingegneria Sismica, in particolare sul danneggiamento per azioni cicliche delle strutture zona sismica. Un altro libro, a cui sono legatissimo, la cui terza edizione esce esattamente in questi giorni, è un libro di base di cemento armato, si chiama “Strutture in cemento armato, base per la progettazione”. E’ un libro didattico utilizzatissimo, abbiamo superato le 12,000 copie, e che diffonde circa 1000 copie l’anno; questo vuol dire che oltre mille studenti di tutta Italia studiano su questo libro, scritto oltre da me anche da Gaetano Manfredi, e dalla Professoressa Marisa Pecce, la prima donna Ordinaria di Tecnica delle Costruzioni d’Italia. Nella copertina ho tenuto tanto all’immagine, che rappresenta un cantiere di stutture in cemento armato di San Giovanni a Teduccio. Nella prima edizione c’era in copertina dell’Ospedale del Mare di cui sono stato il collaudatore, nella seconda edizione in copertina c’era un cantiere di un’altra opera di cui sono molto legato e che è stato molto difficile da realizzare, l’Auditorium Oscar Niemeyer di Ravello di cui anche sono stato collaudatore. Qualche grande novità di ingegneria di cui mi sto interessando: svelando una news molto importante, avremo a breve alla sede Universitaria degli studi di Napoli Federico II, a San Giovanni a Teduccio, il primo Robot che fa’ strutture in calcestruzzo. Nello stesso laboratorio abbiamo realizzato le prime travi in calcestruzzo al mondo con una stampante 3D. Una trave con lo stesso profilo del vesuvio, che abbiamo chiamato proprio “ Vesuvio “. A breve ottimizzeremo ancora di più le forme: invece della stampante a getto di calcestruzzo che realizza in verticale dal basso verso l’alto, avremo un Robot che ha il braccio che va’ anche in diagonale, potendo cosi’ realizzare forme ancora piu’ complesse, piu’ resistenti ed economiche. Adesso incredibilmente, con le stampante si passa dalle nanostruture, alle strutture piccole, medie e grandi, fino alla grandi strutture dell’ingegneria civile. Quali sono le maggiori mie attività in questi giorni: da settembre sono stato invitato per relazioni sull’ingegneria strutturale e sulla sicurezza dei ponti in varie citta’: Bologna, Firenze, Chieti, Cosenza, Catanzaro, Messina, anche nel mio ruolo di Presidente dell’Ordine degli Ingegneri. Un altro lavoro importante che stiamo facendo con il Ministero delle Infrastrutture, e’ la redazione delle linee guida per la verifica di Ponti esistenti, una necessità nazionale molto importante. Dunque le linee guida che scriviamo con il Ministero, e che poi verranno approvate dal Consiglio superiore dei lavori pubblici, finalmente daranno indirizzi condivisi ai progettisti nelle verifiche dei Ponti, un tema cruciale per la sicurezza dei cittadini.