Quest’anno, nell’ottantesimo anniversario della liberazione dell’Italia dal nazifascismo, ricorrono anche i 110 anni dalla nascita di Giuliano Vassalli, professore, giurista e partigiano protagonista di primo piano nella Storia italiana. Il suo impegno politico e istituzionale si affianca a un ruolo centrale nella Resistenza. Per uno strano scherzo del destino, Giuliano Vassalli nacque infatti il 25 aprile 1915. Pertanto, le celebrazioni per la Festa della Liberazione di quest’anno offrono un’occasione preziosa per ricordare il suo impegno nella costruzione della democrazia e della giustizia in Italia.
Resta indelebile l’immagine di un antifascista, socialista convinto, che si è battuto per i suoi valori nei momenti più drammatici del suo Paese. Collaborò in prima linea con esponenti di spicco dell’ala socialista italiana, mettendo più volte a rischio la sua stessa vita. Vassalli fu la mente che architettò la fuga dal carcere romano di Regina Coeli di due futuri Presidenti della Repubblica, Giuseppe Saragat e Sandro Pertini. Questi dichiarò che se non fossero stati liberati avrebbero rischiato di essere fucilati alle Fosse Ardeatine. Pochi mesi dopo quest’impresa, Vassalli stesso fu arrestato dalle SS a Roma, venne sottoposto a numerosi interrogatori e pesanti torture in via Tasso, senza mai tradire i suoi compagni. Rimase prigioniero per due mesi, dal 3 aprile al 3 giugno del 1944, ma si salvò grazie all’intercessione della segreteria di stato vaticana dell’allora papa Pio XII, che chiese espressamente la sua liberazione.
Dopo la guerra, Vassalli collaborò attivamente alla costruzione e al consolidamento dell’assetto istituzionale della neonata Repubblica italiana, partecipando alle commissioni per la riforma della giustizia e all’attuazione della Costituzione, con particolari apporti all’ordinamento regionale. Nel secondo dopoguerra continuò a essere attivo tra le file socialiste, divenendo uno dei più stretti collaboratori dello storico leader del Partito Socialista Italiano, Pietro Nenni. Fu chiamato a far parte di quasi tutte le commissioni impegnate nelle riforme della giustizia, contribuendo in modo significativo alla modernizzazione del sistema giuridico italiano. Si distinse come un riformista autorevole, capace di segnare profondamente l’assetto giuridico del Paese. Nonostante sia stato più volte indicato (specialmente nel 1992) tra i possibili candidati per divenire Presidente della Repubblica, non riuscì mai a essere eletto alla massima carica dello Stato, sebbene fortemente sostenuto dal PSI.
Avvocato e professore di diritto e procedura penale, Vassalli insegnò in diversi atenei italiani, primo fra tutti all’Università di Urbino, fino a ottenere nel 1960 la cattedra alla Sapienza di Roma. Negli ultimi anni della sua carriera ricoprì il ruolo di Ministro di Grazia e Giustizia e, successivamente, di membro della Corte costituzionale, di cui divenne presidente nel 1999. Tra i momenti salienti della sua vita politica vi fu anche il coinvolgimento nei negoziati per la liberazione di Aldo Moro, prigioniero delle Brigate Rosse. Proprio su incarico della famiglia Moro e del PSI di Bettino Craxi, cercò una soluzione per uno scambio di prigionieri, in uno degli episodi più drammatici della storia recente d’Italia. Vassalli scomparve a Roma nel 2009, dopo una vita interamente dedicata al servizio del suo Paese attraverso i suoi valori. In un periodo segnato da profonde incertezze e trasformazioni nei sistemi democratici occidentali, risulta essenziale ricordare i valori e le azioni di coloro che hanno contribuito a ricostruire l’Italia dopo gli anni drammatici della dittatura fascista e del secondo conflitto mondiale. Il lascito di Giuliano Vassalli è quello di un uomo che ha combattuto con determinazione per i suoi ideali, attraversando il fascismo, la Resistenza e la lotta partigiana, per poi diventare un protagonista della costruzione democratica dell’Italia.
Annachiara Maria Rossolini