La musica “ci fa attraversare il buio e ce ne fa uscire piu’ consapevoli e
leggeri”. Lo dice Diodato, protagonista di un incontro al
Giffoni Film Festival con i ragazzi della sezione Impact!. Fra i
temi anche il suo ritorno il 19 settembre all’Arena di Verona,
per “”una festa luminosa dell’anima, in un luogo speciale”.
Rispondendo alle domande, il cantautore si e’ soffermato poi
sul rapporto fra la sua musica e il cinema: “Quando ho scritto
Che vita meravigliosa (che durante l’incontro improvvisa anche
live insieme a una giovane ‘giffoner’) per “La Dea Fortuna” di
Ferzan Ozpetek non avevo visto prima il film”, mentre aveva
visto prima Il Divin Codino” di letizia Lamartire, biopic di
Roberto Baggio su Netflix per cui ha scritto “L’uomo dietro il
campione”. Il vincitore del Festival di Sanremo, quando ha
incontrato il campione all’inizio “era emozionatissimo” ma “mi
sono sentito a casa quando mi ha raccontato di aver pianto
tantissimo dopo aver ascoltato la mia canzone”.
Molto intenso anche il rapporto di Diodato da spettatore con
la settima arte. Tra i suoi film preferiti ci sono Matrimonio
all’Italiana di Vittorio De Sica, adattamento di Filumena
Marturano (“mi ricordo quando lo vedevo insieme ai miei
genitori”); Melancholia di Lars Von Trier “un film che inizia in
un modo per finire in tutt’altro” e I Soliti Sospetti di Bryan
Singer, soprattutto per il finale che “mi ha lasciato a bocca
aperta”.