Solo pochi giorni fa una bomba d’acqua ha colpito Napoli e Provincia con disagi e danni per i
cittadini : strade allagate, metropolitane e vesuviana in tilt.
La crisi climatica accelera sempre di piu’ la sua corsa insieme
agli eventi estremi, che stanno avendo impatti sempre maggiori
su tutto lo Stivale. Anche la Campania e’ sempre piu’ colpita da
eventi climatici estremi: bombe d’acque, ma anche trombe d’aria,
ondate di calore, forti siccita’ , grandinate sono ormai in forte
aumento, colpendo soprattutto le aree urbane e causando danni ai
territori e rischi per la vita dei cittadini. Secondo l’ultima
fotografia scattata dal nuovo report “Il clima e’ gia’ cambiato”
dell’Osservatorio Citta’ Clima 2022 realizzato da Legambiente, con
il contributo del Gruppo Unipol, in Campania nel 2022 sono stati
registrati 12 eventi estremi di cui 5 tra Salerno e provincia, 4
tra Napoli e provincia. Complessivamente dal 2010 al 31 ottobre
2022 in Campania sono stati registrati ben 93 eventi estremi.
Tra le aree piu’ colpite a livello nazionale e’ l’area
metropolitana di Napoli con 43 eventi, di cui 21 a Napoli con 9
casi di danni alle infrastrutture, e 14 eventi a Torre
Annunziata . Nella citta’ di Napoli a risentirne sono, in
particolare, le infrastrutture ferroviarie di cui la citta’ e’
dotata, come confermato da quanto avvenuto nel 2021: ben 16
interruzioni delle linee ferroviarie e metropolitane. Colpite
principalmente le stazioni di Piazza Garibaldi e Piazza Dante
con eventi di allagamenti ed infiltrazioni. Record a Torre
Annunziata colpita, tra il 2010 ed il 2019, da ben 8 trombe
d’aria con danni a stabilimenti balneari, esercizi commerciali
ed abitazioni
“Gli effetti del cambiamento climatico in atto- commenta
Francesca Ferro, direttrice Legambiente Campania- stanno
diventando sempre piu’ accentuati, con un incremento in frequenza
e intensita’ degli eventi estremi che sta andando al di la’ di
tante previsioni. Bisogna partire da questa presa d’atto,
sapendo che ormai non possiamo evitare quanto sta accadendo, ma
che e’ altrettanto possibile adattarci ai cambiamenti in corso e
a quelli futuri. In quest’ottica e’ pero’ fondamentale capire come
le scelte da fare ora, e che decideranno il destino di tante
aree e citta’ devono riguardare parallelamente interventi di
mitigazione e di adattamento al clima. E’ evidente che abbiamo
bisogno di un salto di scala nell’analisi, informazione e
sensibilizzazione rispetto a questi fenomeni che riguardano il
nostro territorio. Abbiamo bisogno di capire dove e come questi
fenomeni sono avvenuti, quali caratteri hanno assunto e
potrebbero assumere in futuro. Per questo servono studi e
monitoraggi, la condivisione di informazioni e lo scambio di
buone pratiche. Il nostro Paese deve decidere di affrontare
seriamente queste inedite sfide, con politiche nuove per evitare
che gli impatti siano ancora piu’ rilevanti. Alla Politica, al
Governo Meloni chiediamo, in primis, che venga aggiornato e
approvato entro la fine dell’anno il Piano nazionale di
adattamento ai cambiamenti climatici (PNACC), rimasto in bozza
dal 2018, quando era presidente del Consiglio Paolo Gentiloni e
ministro Gian Luca Galletti.”
E non dobbiamo dimenticare- denuncia Legambiente.- che viviamo
in una delle regioni piu’ delicate dal punti di vista
idrogeologico. Lo confermano gli ultimi dati Ispra da cui si
evince come in Campania oltre 287.500 persone vivano in aree
definite a elevato rischio di frane e smottamenti, dove sono
localizzati oltre 85.000 edifici esposti ad elevato rischio
frane. La provincia di Napoli – denuncia Legambiente- e’ quella
piu’ esposta con circa 101 mila persone che vivono in aree a
rischio elevato frane,seguita dalla Provincia di Salerno con 98
mila persone, 38mila in Provincia di Avellino e 30mila in
provincia di Caserta. Chiude Benevento con 24mila persone che
convivono con il rischio. Non diversa la fotografia per il
numero di persone a rischio, almeno medio, di alluvione. Numeri
che riguardano in Campania ben 293.525 persone che convivono con
il rischio di alluvione. La Provincia di Salerno e’ quella piu’ a
rischio con il maggior numero di persone esposte: circa 110mila.
Segue la Provincia di Napoli con 103 mila persone, Caserta con
50.941, Avellino 22.401. Chiude la Provincia di Benevento con
4.470. Secondo quanto riportato dal sito del Rendis – Repertorio
Nazionale degli interventi per la Difesa del Suolo – a cura di
Ispra, dal 1999 al 2022 sono stati 819 gli interventi avviati
per mitigare il rischio idrogeologico in Campania per un totale
di oltre 900 milioni di euro spesi.
“Davanti questi numeri- conclude Francesca Ferro, direttrice di
Legambiente Campania- e’ urgente praticare delle serie politiche
territoriali di prevenzione del rischio idrogeologico, con una
legge nazionale contro il consumo di suolo e interventi di
delocalizzazione, e promuovere campagne di informazione di
convivenza con il rischio per evitare comportamenti che mettono
a repentaglio la vita delle persone. Oggi ci sono le soluzioni
per cambiare il nostro modello economico e convertirlo: c’e’
bisogno soltanto della volonta’ politica””