Una pratica, oltre che una fede e una religione, che parte da se stessi per compiere la propria
“rivoluzione umana”: quando si parla di buddismo della scuola Soka Gakkai, si parla di questo. In Italia si contano 97mila fedeli e dal 2016 è religione riconosciuta dallo Stato. In Campania ci sono migliaia di praticanti tanto da portare la Soka Gakkai a decidere di aprire un centro culturale, un “Kaikan”, a Palazzo Albertini di Cimitile, in via Teresa degli Scalzi. Qui potranno ritrovarsi i napoletani
appassionati e curiosi di capire meglio di che cosa si tratta. Incontri, esercizi, sedute e confronti per chiunque volesse avvicinarsi alla pratica del buddismo. Una delle caratteristiche – in primo piano
nella sede di Palazzo Albertini – è anche il sostegno reciproco tra i membri attraverso studio e partecipazione con l’obiettivo di definire gli obiettivi di vita personali che ogni membro vuole raggiungere nel corso dell’anno appena iniziato. Sì, perché la pratica parte anche
da questi, da obiettivi personali piccoli o grandi, importanti per
la vita di ognuno: da un nuovo lavoro, alla salute, all’amore.Lo scopo
della SGI, e dei suoi Centri culturali
è di aiutare i membri a costruire
dentro di sé un’eterna felicità:
«Dopo 40 anni finalmente
apriamo un kaikan – centro culturale,
a Napoli, che sarà anche un
centro dove incontrare le altre culture
e le altre religioni», spiega
Giuseppe Palatucci, segretario nazionale
gruppo uomini SGI e responsabile
nazionale pubbliche
relazioni per la Campania, «su Napoli abbiamo più di 2milamembri
che praticano e in tanti si stanno
avvicinando a quella che possiamo definire una filosofia

I
Ma cosa dire a chi si avvicina per
la prima volta al buddismo? «Noi
non facciamo pubblicità del buddismo ma semplicemente
raccontiamo
i nostri valori e i benefici
della pratica», continua Palatucci,
«che sono estremamente tangibili
». Il buddismo non risolve certo
tutti i problemi ma può essere definito
come uno strumento per affrontarli
e come un paio di occhiali
che permettono di vedere la vita
da un’altra prospettiva affidandosi
al Gohonzon, che altro non è
chela vita di ogni membro