Karol Jozef Wojtya, del quale domani ricorre il centenario della nascita (Wadowice, Polonia, 18
maggio 1920), e’ stato il 264/o papa della Chiesa Cattolica,
eletto il 16 ottobre 1978. Sei anni dopo la morte, che risale al
2 aprile 2005, e’ stato proclamato beato (primo maggio 2011) dal
suo successore Benedetto XVI; il 27 aprile 2014, insieme a papa
Giovanni XXIII, e’ stato proclamato santo da papa Francesco.
Considerato un gigante della Chiesa, Wojtyla era il secondo
dei due figli di Karol Wojtya e di Emilia Kaczorowska, la quale
mori’ nel 1929. Suo fratello maggiore Edmund, medico, mori’ nel
1932 e suo padre, sottufficiale dell’esercito, nel 1941.
Terminati gli studi nella scuola superiore di Wadowice, nel 1938
Wojtyla si iscrisse all’Universita’ Jagellnica di Cracovia.
Quando le forze di occupazione naziste chiusero l’Universita’ nel
1939, Wojtyla lavoro’ (1940-1944) in una cava e poi in una
fabbrica chimica per guadagnarsi da vivere ed evitare la
deportazione in Germania. A partire da 1942 frequento’ i corsi di
formazione del seminario maggiore clandestino di Cracovia. Fu
uno dei promotori del “Teatro Rapsodico”, anch’esso clandestino.
Dopo la guerra Wojtyla continuo’ gli studi nel seminario
maggiore di Cracovia e nella Facolta’ di Teologia dell’Universita’
Jagellnica, fino alla sua ordinazione sacerdotale, a Cracovia,
il primo novembre 1946. Fu cappellano degli universitari fino al
1951, quando riprese i suoi studi filosofici e teologici. Piu’
tardi divenne professore di Teologia Morale ed Etica nel
seminario maggiore di Cracovia e nella Facolta’ di Teologia di
Lublino. Il 4 luglio 1958 Pio XII lo nomino’ Vescovo Ausiliare di
Cracovia. Ricevette l’ordinazione episcopale il 28 settembre
1958 nella cattedrale del Wawel (Cracovia). Il 13 gennaio 1964
fu nominato Arcivescovo di Cracovia da Paolo VI, che lo creo’
Cardinale il 26 giugno 1967. Partecipo’ al Concilio Vaticano II
(1962-1965) dando un contributo importante all’elaborazione
della costituzione Gaudium et spes. Venne eletto Papa il 16
ottobre 1978 e, con il nome di Giovanni Paolo secondo, inizio’ il
suo ministero sei giorni dopo, il 22 ottobre 1978.
Giovanni Paolo II intraprese sin dal principio del suo
pontificato una vigorosa azione politica e diplomatica contro il
comunismo e l’oppressione politica ed e’ considerato uno degli
artefici del crollo del muro di Berlino e dei sistemi del
socialismo reale, controllati dall’ex Unione Sovietica.
Nel corso del suo pontificato Giovanni Paolo II fece 146
visite pastorali in Italia, e, come Vescovo di Roma, visito’ 317
parrocchie romane. I viaggi apostolici nel mondo furono 104.
Tra i suoi documenti principali si annoverano 14 Encicliche,
15 Esortazioni apostoliche, 11 Costituzioni apostoliche e 45
Lettere apostoliche. Celebro’ 147 riti di beatificazione, nei
quali proclamo’ 1338 beati, e 51 canonizzazioni, per un totale di
482 santi. Tenne nove concistori, in cui creo’ 231 (+ uno in
pectore) cardinali. Il 13 maggio 1981 in piazza San Pietro
Wojtyla fu ferito con colpi d’arma da fuoco dal turco Mehmet Ali’
Agca. Salvato – disse – dalla mano materna della Madre di Dio,
dopo una lunga degenza, perdono’ il suo attentatore, al quale
fece visita in carcere. Indisse, tra l’altro, il Grande Giubileo
del 2000 e avvicino’ i giovani alla Chiesa con i “papaboys” e le
Giornate Mondiali della Gioventu’.
Nessun Papa ha incontrato tante persone come Giovanni Paolo
II: milioni di fedeli, incrociati sia durante le cerimonie
religiose, sia durante le udienze generali, sia, infine, nel
corso delle visite pastorali in Italia e nel mondo.
Numerosissimi anche i capi di Stato e di Governo e altre
personalita’ ricevute in udienza. Fu definito anche “l’atleta di
Dio” per la sua passione per lo sport, ed in particolare per lo
sci, che pratico’ anche dopo essere stato eletto Papa.
Wojtyla, provato dalla malattia, mori’ nel Palazzo Apostolico
Vaticano sabato 2 aprile 2005, alle ore 21.37. I solenni
funerali furono celebrati in piazza San Pietro l’8 aprile
davanti a una folla sterminata e tra la commozione del mondo,
mentre il vento sfogliava le pagine del libro del Vangelo
deposto sulla sua bara.