Il Que’ bec come mercato da esplorare per le aziende vitivinicole della Campania. Un’occasione
imperdibile per fare impresa, posizionando i vini nel settore
della ristorazione. Se ne e’ discusso nella seconda giornata di
Eruzioni del Gusto evento culturale ed espositivo
sull’enogastronomia e le eccellenze delle terre vulcaniche
d’Italia aperto al pubblico, promosso dall’associazione
culturale ORONERO – Dalle scritture del fuoco in collaborazione
e con il contributo della Regione Campania in programma fino al
10 ottobre al Museo Nazionale Ferroviario di Pietrarsa, tra
Napoli e Portici.
“Il Canada e’ il quinto mercato di destinazione del vino
italiano: quasi il 50% del vino italiano finisce nella provincia
del Que’ bec” ha detto Ruggiera Sarcina direttrice della Camera
di Commercio Italiana in Que’ bec. Da dati aggiornati al primo
semestre 2022 che riguardano la provincia del Que’ bec, resi noti
da Sarcina, risulta che l’Italia e’ cresciuta nell’ultimo anno
del 6,4%. La Toscana e’ all’8,3%, i rossi del Piemonte sono
cresciuti del 19,4%, i vini bianchi veneti sono cresciuti quasi
del 7,8 %, i vini bianchi di tutte le altre regioni del 15,8%.
E la Campania? I rossi campani nell’ultimo anno sono cresciuti
del 7,2%, un po’ di piu’ della media nazionale. I bianchi del
19,2%, rispetto al 15,8% dei bianchi delle altre regioni.
“Sembra che le opportunita’ per i vini campani ci siano” ha
spiegato Sarcina “Ma, se andiamo a vedere, le cifre sono
insignificanti: i campani vendono in Que’ bec qualcosa come
113mila dollari, circa 300 casse. I bianchi che sono cresciuti
del 19,2% hanno venduto nell’ultimo anno 252mila dollari, 800
casse”.
Il Canada e’ un mercato importantissimo per il vino italiano, lo
e’ in particolare il Que’ bec, li’ dove la Campania e’ ancora poco
incisiva. E allora, come posizionarsi?
“Un canale importante che consente alle cantine piccole campane
di entrare velocemente e’ l’importazione privata” ha spiegato
Sarcina ai titolari di aziende vitivinicole campane. “Resta
importante monitorare costantemente il canale dei monopoli che
pubblica periodicamente le priorita’ di acquisto dei prodotti di
specialita’ ovvero produzioni limitate della fascia medio alta di
mercato che e’ esattamente quello che possono offrire i piccoli
produttori campani”.
Per questi ultimi vi e’ l’occasione importante di vendere vino
alla ristorazione, un segmento di mercato che sta esplodendo
dopo la pandemia. Ma non solo. C’e’ un’altra opportunita’ da
sfruttare. “La Campania sta lavorando molto sulla sostenibilita’
e sulla produzione biologica. E allora uno dei trend importanti
da considerare in quel pezzo di Canada e’ quanto siano prevalenti
i prodotti bio rispetto agli altri”. C’e’ poi il discorso legato
al turismo. “La Campania e’ conosciuta ai canadesi esclusivamente
per la Costiera Amalfitana. Avete gia’ un brand, ora la sfida e’
valorizzare quel brand per estendere l’attenzione dei canadesi
viaggiatori appassionati di esperienze enogastronomiche su tante
altre aree meravigliose che avete in Campania e che sono legate
a prodotti autentici, sia food che wine”.
I lavori sono stati introdotti da Carmine Maione, presidente di
ORONERO: “Siamo lieti di far incontrare le imprese campane e di
altre regioni con questa straordinaria parte della terra del
Nord America, in particolare del Que’ bec in modo da poter creare
quelle condizioni attraverso la conoscenza delle procedure per
poter conquistare fette di mercato, ma anche per stabilire un
rapporto di
mutua collaborazione con questo Paese, perche’ ci piacerebbe
molto che tra la Campania e il Que’ bec nascesse da questo momento
soprattutto per le imprese una nuova stagione, un nuovo patto
per stabilire le relazioni internazionali che tanto necessitano
all’Italia”.