A poche ore dal varo nel decreto agosto che contiene importanti misure decise dal governo
(ulteriori 3 miliardi tra turismo e cultura) per sostenere un
settore che vale il 13% del Pil ed e’ stato messo in ginocchio
dalla pandemia, arriva un nuovo “bollettino” sulla situazione
realizzato dall’Osservatorio Confturismo-Confcommercio e Swg di
luglio. Sono vacanze all’italiana quelle dei connazionali, ma si
patisce sempre di piu’ l’assenza degli stranieri e, soprattutto,
si teme la perdita di un milione di posti di lavoro.
Confturismo registra un leggero ma per nulla decisivo
miglioramento, con una spesa media di 1.022 euro a famiglia,
circa 680 euro a persona, ma c’e’ ancora il 20% di italiani che
non prenota per problemi economici e disponibilita’ di ferie.
Assenti gli stranieri che, tra giugno e settembre, saranno circa
25 milioni in meno dell’anno scorso, con una perdita del 75% dei
flussi e ancora piu’ alta per la spesa, visto che a mancare
saranno i turisti intercontinentali americani e asiatici ovvero
i “big spender”.
Saranno vacanze al riposo e al contatto con le persone piu’
care, mentre importanti aspetti piu’ interattivi, e che
diffondono la spesa dei turisti nei luoghi di destinazione, sono
relegati agli ultimi posti delle preferenze: e’ il caso delle
visite a musei, monumenti e mostre, che scendono dal 33% dello
scorso anno al 15%, dello shopping, dal 21% al 5%, o della
pratica del wellness, dal 12% al 9%.
Sale a quota 65 – 3 punti in piu’ di giugno – l’indice di
fiducia che misura la propensione degli italiani ad andare in
vacanza, ma preoccupa il confronto col passato: l’indice, nello
stesso periodo dello scorso anno, si attestava a quota 72,
quindi ben 7 punti piu’ in alto. Inoltre c’e’ un numero forte di
incerti: il 34% degli intervistati intenzionati a partire entro
settembre non aveva ancora prenotato a fine luglio, mentre un
ulteriore 8% addirittura non intende farlo e punta a trovare
sistemazioni una volta giunto a destinazione. Un atteggiamento
“attendista” che fa sorgere molti dubbi sul fatto che questa
“voglia di vacanze” si concretizzi davvero in una o piu’
partenze.
“In epoca normale il quadrimestre giugno-settembre valeva il
60% delle presenze turistiche e della spesa di tutto l’anno in
Italia: senza contare l’outgoing, dove gli italiani spendevano,
nello stesso periodo, 11,5 miliardi. Di tutto questo, l’estate
2020 salvera’ , forse, il 25%” commenta amaramente il presidente
di Confturismo Confcommercio Luca Patane’ . “Questo mentre
l’andamento degli indici epidemiologici ed i focolai individuati
a macchia di leopardo sul territorio nazionale – aggiunge –
fanno notizia molto piu’ dell’egregio lavoro che operatori del
settore e comunita’ locali compiono ogni giorno per garantire ai
turisti una fruizione serena delle loro vacanze”. “Basta con
questo approccio autolesionistico – continua Patane’ – e al via
da subito una serie di misure importanti e con forti
stanziamenti dedicati al settore. Si prenda atto, una volta per
tutte, che il turismo e’ gia’ da tempo colonna portante
dell’economia italiana, non una vaga chance per il futuro. Sono
concretamente a rischio 1 milione di posti di lavoro”.