Al Verdi di Salerno, capolavoro di Miguel De Cervantes.
Ottima e coinvolgente l’interpretazione di Alessio Boni del famoso personaggio della letteratura mondiale “ Don Chisciotte della Mancia”, e della brava attrice turca Serra Yılmaz nei panni del suo fidato scudiero Sancho Panza. L’attore ha saputo rendere in pieno la poesia ed allo stesso tempo l’ironia del racconto epico coinvolgendo pienamente lo spettatore nell’analisi dell’anima del Don Chisciotte analizzandone emozioni e sentimenti insieme alla sua follia.
Don Alonso Quijano, è un hidalgo, cioè un nobile, che vive nella regione spagnola della Mancia ed è un accanito lettore di romanzi cavallereschi, il suo amore per queste narrazioni è tanto grande che non riesce più a distinguere la realtà dalle storie che legge e si convince un giorno di essere lui stesso uno dei cavalieri protagonisti di quelle avventure letterarie. Come per i paladini da lui tanto amati Alonso ha bisogno di alcuni elementi fondamentali: un cavallo, uno scudiero, una nobildonna da amare e nel cui nome combattere, un re che lo nomini cavaliere. Parte allora con il suo ronzino, un cavalluccio di poco conto chiamato eloquentemente Ronzinante, dandosi il nome di Don Chisciotte della Mancia, decidendo di affrontare mille imprese e pericoli in nome della sua amata Dulcinea del Toboso, che in realtà è una povera donna di nome Aldonza Lorenzo.
Trova poi un contadino che, in cambio delle grandi ricompense che il nostro protagonista promette, lo segue e accetta di fargli da scudiero, Sancho Panza . Dopo una finta investitura di cavaliere errante, Don Chisciotte ,comincia il suo viaggio e compie le prime inutili imprese combattendo contro immaginari giganti (dei mulini a vento), contro un branco di pecore che scambia per soldati da combattere, in difesa di una statua della madonna che scambia per una dama rapita, avendo sempre la peggio nei vari scontri diretti. Eccellenti le dinamiche scenografie di Massimo Troncanetti che si scompongono e ricompongono di continuo, bravi gli attori Pietro Faiella, Liliana Massari, Francesco Meoni, Elena Nico e Marcello Prayer che con abilità si moltiplicano nelle varie parti interpretate. I costumi sono di Francesco Esposito.
Il pubblico, partecipe dei sentimenti di Don Chisciotte, viene poi totalmente assorbito nel gioco di luci (per opera di Davide Scognamiglio), e delle musiche (curate da Francesco Forni) nonché dai vari cambi di scena che durante tutto il racconto fanno da contorno al delirio onirico del protagonista, interpretato da un Alessio Boni che mostra di vivere con ardore i panni e l’armatura del suo personaggio dal primo all’ultimo istante della bella rappresentazione. Colui il quale non viene mai meno a quella che definisce la virtù più grande e cioè il coraggio di restare fedele ai propri sogni, “specie ai sogni della giovinezza”e mantiene sempre ciò che ha promesso, è Don Chisciotte il paladino della lealtà.
Da segnalare L’incontro del ciclo “Giù la maschera” condotto dal giornalista Peppe Iannicelli, che ha consentito di approfondire, con il pubblico intervenuto, i temi generali dello spettacolo ed i caratteri dei personaggi. Una bella occasione per un incontro ravvicinato con due degli artisti più interessanti ed amati della scena contemporanea.
A cura di Pino Attanasio