Napoli, cronicamente indietro sul trasporto pubblico passa direttamente al green e abbraccia lo sharing: i mezzi sono ovunque. Sui marciapiedi, in stazione, nei pressi dei siti turistici. Al Vomerò , a via Tasso, su Salvator Rosa, al Plebiscito, in piazza Cavour, nei pressi del Museo Archeologico nazionale come in quelli di un condominio di via Cilea. Il boom della diffusione viene suffragato dai dati fomiti dalle stesse aziende coinvolte nello sharing all’ombra del Vesuvio: la Lime, per quanto riguarda le 500 bici a pedalata assistita messe a disposizione nel capoluogo campano, che parla di «oltre 15mila utenti in tré mesi». E la Helbiz, per quanto riguarda i 900 monopattini. Altro dato importante rivelato dalla Lime riguarda il «basso tasso di atti vandalici». Napoli, insomma, risulta al momento tra le città più virtuose d’Italia sullo sharing elettrico. LE BICI I mezzi arancioni a pedalata assistita vengono usati in zone assai diverse del territorio cittadino. Le bici elettriche sono dotate di un limite di velocità massimo automatico, generato dai sensori Gps, di 20 chilometri orari nelle aree a percorrenza veicolare e di 6 chilometri orari nelle aree pedonali e nelle Ztl. Grazie ai costi bassi, che ovviamente variano in funzione della distanza percorsa e dei minuti trascorsi sul mezzo, le bici sono prese in affìtto non solo dai turisti in visita nel centro, ma anche da giovani napoletani che si spostano da o verso casa e migranti nella zona del Vasto e di piazza Garibaldi. Racconta molto, in quest’ottica, il dato della percorrenza media dei ciclisti partenopei, che è di «1,8 km». La pandemia, che ha ridotto le utenze del trasporto pubbli co e dei bus, sembra in questo senso aver favorito lo sharing dei mezzi elettrici. «Su Napoli abbiamo registrato oltre 15mila utenti attivi in tré mesi per 500 bici Limca pedalata assistita a partire da ottobre, quando è iniziato il servizio in città e – spiega Alessio Raccagna, responsabile relazioni istituzionali per il Sud Europa della Lime – il trend degli ultimi mesi invernali, in particolare, è più che soddisfacente, e si registra un lieve aumento rispetto ai mesi autunnali, nonostante l’arrivo dell’inverno, stagione meno favorevole per lo sharing, e nonostante il diffuso ritomo allo smart-working portato dal Covid, Ci tengo a sottolineare che a Napoli registriamo una delle più basse percentuali di atti di vandalismo d’Italia, e la più bassa del Mezzogiorno». Ma come si ricaricano queste centinaia di mezzi elettrici che si trovano per le strade di Napoli? La domanda è decisiva, per il successo di questa modalità di trasporto, che necessita di un supporto logistico diffuso ma soprattutto snello. Sarebbe difficile, infatti, portare ogni giorno 500 biciclette in ricarica. La risposta arriva dalla stessa Lime. Sul web si trova traccia di presunte ricompense per chi ricarica ² monopattini, ma l’azienda smentisce categoricamente questa prassi: «Le ricariche vengono effettuate dai nostri dipendenti – spiega ancora Raccagna – le batterie infatti sono estraibili dai blocchi». Basta, insomma, arrivare nei pressi della bici e sostituire la batteria scarica con una appena ricaricata. E la bici è di nuovo pronta a pedalare, a prezzi accessibili per tutti. «Lo sblocco della bici costa 1 euro