L’impatto dello tsunami Covid-19 sul turismo italiano (con cali di fatturato su tutto il 2020 dal 50%
al 75%, cancellazioni per tutta l’estate fino ad agosto, e
crollo su marzo di arrivi internazionali -83,4% e spesa dei
turisti stranieri -83,4%) ma anche i cambiamenti piccoli e
grandi (dall’emergere delle regioni che si dimostreranno
piu’ “sicure” all’imporsi dei viaggi green, enogastronomici e
legati alle tradizioni locali). Sono i punti salienti della web
conference organizzata da Ciset e Ca’ Foscari Alumni
sull’indagine sul turismo “post Covid-19” realizzata tramite la
vasta comunita’ di ex partecipanti al Master in Economia e
Gestione del Turismo, giunto alla 27/a edizione, e oggi
impegnati in vari ruoli nel settore turistico italiano.
Il primo dato emerso e’ il calo generalizzato del fatturato, a
causa della contrazione della domanda: in rapporto ai 2 anni
precedenti, il 30% stima un decremento annuale dal 50% al 75% e
il 24% un decremento del fatturato per il 2020 superiore al 75%.
Confrontando i due settori piu’ rappresentati, hospitality e
intermediazione, quest’ultimo subisce l’impatto piu’ pesante con
una diminuzione stimata di oltre il 75%.Cancellazioni o cali di
richieste vengono registrati in maniera piu’ considerevole per
tutta l’estate, fino alla fine di agosto, sia per il settore
dell’ospitalita’ che dell’intermediazione. Cosi’ si tradurrebbe,
secondo i partecipanti all’indagine, il calo del 41% di arrivi
stimato da Tourism Economics e riportato da Enit.
Gli intervistati sottolineano come sia necessario puntare sulla
creazione di destinazioni meno affollate e piu’ vivibili,
cercando di limitare il “turismo di massa” e valorizzando
destinazioni secondarie. Vincente sara’ una maggiore attenzione
all’ambiente con mobilita’ dolce, uso dei mezzi pubblici e
turismo di prossimita’ . Aspetto importante e’ anche quello della
valorizzazione del Made in Italy e dei prodotti locali.
Tra gli elementi che assumeranno maggior rilievo nella scelta
della vacanza post Covid-19 la flessibilita’ nelle prenotazioni,
le misure sanitarie adottate dagli operatori e le iniziative
messe in atto per monitorare e gestire i visitatori all’interno
delle destinazioni. Tra le ipotesi c’e’ quella che il segmento
dei viaggi di gruppo sparira’ per poi riprendersi ma con gruppi
piu’ piccoli di 10/15 persone al massimo. Difficilmente
riprenderanno i grandi gruppi da piu’ di 50 persone, mentre il
segmento dei turisti over 65 sara’ poco propenso al viaggio.
Gli impatti non si manifesteranno in modo uguale per tutti. I
viaggi a lungo raggio faranno piu’ fatica a riprendere rispetto a
quelli di medio e corto raggio, rendendo piu’ vulnerabili quelle
destinazioni maggiormente dipendenti da turisti provenienti da
mercati lontani.