L’idea che il bicarbonato possa curare i tumori, per cui un medico romano e’ stato condannato a cinque anni di carcere, nasce da una scoperta ‘seria’, il cosiddetto ‘effetto Warburg’, ma tutti i test scientifici su questa possibilita’ hanno escluso che la sostanza possa dare benefici. Lo ricorda l’Airc, l’associazione italiana per la Ricerca sul Cancro, sul proprio sito. Otto Heinrich Warburg, vincitore nel 1931 del premio Nobel per la medicina, scopri’ che i tumori inducono un aumento della produzione di energia negli organi che colpiscono, che ha l’effetto di lasciare delle sostanze acide come scorie. L’ambiente acido inoltre e’ favorevole alla proliferazione dei tumori. Da qui l’idea che una sostanza basica come il bicarbonato potesse curare il cancro. “I primi esperimenti col bicarbonato, condotti gia’ negli anni Cinquanta, hanno smentito l’utilita’ di questa ipotesi terapeutica – spiega pero’ l’Airc -, in primo luogo perche’ assumere bicarbonato per bocca non rende meno acido l’ambiente intorno al tumore e, in secondo luogo, perche’ i dosaggi necessari a modificare in modo sostanziale il pH dei tessuti sono talmente elevati da creare danni agli organi sani”. Alcune sperimentazioni, aggiunge il sito, sono in corso per vedere se, in determinate condizioni, il bicarbonato puo’
‘potenziare’ l’effetto di alcuni farmaci per il tumore al seno.
Il bicarbonato non e’ l’unica sostanza ‘strana’ che viene
spacciata per antitumorale da teorie pseudoscientifiche. Si va
dalla graviola, una pianta che cresce nella foresta pluviale
tropicale, all’aloe, alla ‘terapia Gerson’, che prevede una
dieta vegana e clisteri di caffe’, fino ad arrivare al vischio.
Non ha basi scientifiche neppure il cosiddetto ‘metodo Hamer’,
il cui presupposto e’ che il tumore sia il frutto di un conflitto
psichico e che rinnega totalmente l’uso dei farmaci.