Qui verranno esplorate le origini di una sensibilità difficile da spiegare, che prende universalmente il nome di camp. Di cosa si tratta? Il termine «camp» si riferisce all’uso deliberato, consapevole e sofisticato del kitsch nell’arte, nell’abbigliamento, negli atteggiamenti. Il fenomeno deve molto alla rivalutazione delle culture popolari avvenuta negli anni Sessanta, così come alla diffusione negli anni Ottanta del concetto di postmoderno applicato all’arte e alla cultura. Il camp è l’evoluzione del trash, è una categoria estetica che parte dal kitsch, o arte del cattivo gusto, per approdare a una vera e propria visione del mondo che ribalta le gerarchie del buon gusto. In sintesi, il camp è la sublimazione artistica del cattivo gusto. Ed è, volenti o nolenti, un fenomeno straordinario diventato oggetto di studio, da indagare, da capire, da approfondire. Secondo Susan Sontag, autrice del più famoso saggio sull’argomento Notes on Camp del 1964, il camp è l’amore per l’innaturale, l’artificio, l’eccesso. Ed è proprio dalla sua analisi che prende le mosse la mostra al Met, che si propone di esaminare come i fashion designers abbiano usato il loro mestiere, il loro sapere come mezzo per evolvere il concetto di camp nei modi più avvincenti, ironici e incongrui possibili. «La natura dirompente del camp e la sovversione dei valori estetici moderni sono spesso stati banalizzati, ma questa mostra rivelerà la sua profonda influenza sia sulle più alte espressioni dell’arte sia sulla cultura popolare», ha affermato Max Hollein, direttore del Met. «Tracciando la sua evoluzione e mettendo in risalto i suoi elementi determinanti, il percorso incarnerà la sensibilità ironica di questo audace stile, sfiderà la comprensione convenzionale della bellezza e del gusto e stabilirà il ruolo fondamentale che questo importante genere ha avuto nella storia dell’arte e della moda». Detto questo, non vediamo l’ora di farci sorprendere dagli outfit a tema che verranno sfoggiati in occasione dell’annuale Met Gala dalla A-list di celebritàche riceveranno l’esclusivo invito e che sfileranno sulla memorabile passerella (fai qui un ripasso della storia, i miti e leggende del Met). A partire dai look dei co-presidenti e organizzatori della serata 2019, che come sempre vede Anna Wintour in veste di benefit chariwoman. Accanto a lei, ci saranno (udite, udite!) Lady Gaga, Alessandro Michele, Harry Styles e Serena Williams. Il 6 maggio ne vedremo delle belle e, dal 9 maggio, vedremo in mostra circa 175 pezzi tra capi di abbigliamento maschile e femminile, sculture, dipinti e disegni dal XVII secolo a oggi, che ci spiegano come questi elementi -c he includono l’ironia, l’umorismo, la parodia, il pastiche, l’artificio, la teatralità e l’esagerazione – siano espressi nella moda.