Napoli e provincia “maglia nera” per i referendum con uno dei dati più bassi balia per l’affluenza Sole, caldo. E dunque, meglio andare al mare che recarsi alle urne. Bisognava aspettarselo per questa domenica di metà giugno: seggi deserti ovunque per i referendum e affluenza in forte calo – rispetto alle precedenti tornate elettorali per le Amministrative – in tutti quei Comuni chiamati al voto. A iniziare dalla Campania e, in particolare, per la Provincia di Napoli. Proprio qui, all’ombra del Vesuvio, l’affluenza per i cinque quesiti sulla giustizia tocca tra i dati più bassi di tutto il Paese. Basti pensare che alle 19 di ieri, su una media nazionale del 14%, in Provincia di Napoli era andato alle urne appena il 4,6 per cento degli aventi diritto. Insomma: una giornata contrassegnata da lettini, drink, abbronzatura e tuffi anche se la fuga dai seggi non ha frenato, ad esempio, la corsa alla fascia tricolore di Anna Amendola: unico candidato sindaco di Lettere che è a un passo dal trionfo. Nell’election day, le urne sono state aperte soltanto nella giornata di ieri (dalle 7 alle 23). Oltre che votare per i referendum, urne aperte in totale in 89 comuni campani. Solo dodici di queste città hanno una popolazione superiore ai quindicimila abitanti: Noia, Portici, Acerra, Pozzuoli, Ischia, Sant’Antimo e Somma Vesuviana in provincia di Napoli; Capua e Mondragone nel Casertano; Nocera Inferiore, Mercato San Séverine e Agropoli in provincia di Salerno. In questi comuni, qualora nessun candidato sindaco dovesse ottenere oggi la maggioranza assoluta dei consensi, domenica 26 giugno si dovrà tornare alle urne per i ballottaggi.