A Cura di Valentina Busiello. ‘Il nuovo Formez fra Trasparenza totale e concorso in Campania’. Dalla storia del Formez alla “trasparenza totale”, così come Sergio Talamo – docente, giornalista professionista e direttore Comunicazione e Trasparenza di Formez PA – chiama il cd “Freedom of informaction act italiano”, varato nel maggio 2016. Talamo è una penna del Sole 24 Ore, su cui scrive in tema di PA, e proprio con il Sole ha pubblicato a marzo 2019 il Dossier “Trasparenza totale: partenza lenta ma grandi orizzonti”. Ma iniziamo da Formez: nato nel 1963, si può definire un pezzo di storia del Mezzogiorno e della Pubblica Amministrazione italiana. Agli inizi operò come una struttura di formazione per i dirigenti e per l’industria del Mezzogiorno, nei decenni successivi è stato trasformato in un ente collegato al Ministero della Pubblica Amministrazione, che agisce su tutto il territorio nazionale ed anche all’estero. Dopo alcuni anni di commissariamento, a inizio luglio 2019 l’Assemblea dei Soci (composta dal Dipartimento della Funzione Pubblica e da varie Regioni) ha approvato il ritorno alla normalità, con l’imminente nomina dei nuovi organi statutari. Dice Talamo: “E’ una riparazione ad una decisione che fu immotivata, e un riconoscimento di un’attività che anche in questi anni è stata intensa e qualificata”. Oggi Formez è impegnato su vari campi, fra cui le selezioni pubbliche, l’assistenza tecnica in materia di capacità istituzionale e migliore utilizzo dei fondi europei, la digitalizzazione e la trasparenza. La trasparenza totale è appunto la grande novità della legislazione Italiana. Introdotta nel sistema italiano con il d.lgs 97 del 2016, ha mosso i primi passi in modo incerto, per non dire stentato. Nel Dossier pubblicato dal Sole 24 Ore, Sergio Talamo analizza le possibili ragioni: “La trasparenza non è, come spesso si crede, una sorta di audit anticorruzione. Può certo servire anche a prevenire degli abusi, ma il suo fulcro è il controllo di qualità sui servizi pubblici e il conseguente ampliamento della partecipazione dei cittadini”. Ma di trasparenza si parla ancora troppo poco. “Certo, la comunicazione è la grande assente di questa stagione di riforme”, aggiunge Talamo, che fra le varie attività collabora con le associazioni dei giornalisti nelle attività di formazione. Talamo ha operato attivamente per fissare i nuovi profili della comunicazione nei contratti del pubblico impiego (Giornalista pubblico-specialista relazioni con i media e Specialista in comunicazione pubblica) ed è fra i fondatori dell’associazione PAsocial, perché convinto che “la riforma della comunicazione pubblica – la ‘legge 151’ – e il massiccio investimento nelle nuove professioni dei social e del digitale sono le due vere chiavi della svolta”. “La trasparenza totale da noi è arrivata tardi – spiega Talamo – il Freedom of informaction act esiste nei paesi anglosassoni da vari decenni e in Scandinavia da due secoli. Però è arrivata ‘bene’: almeno sulla carta, si tratta di una legge molto avanzata. Grazie al Foia, il cittadino ha diritto di ottenere dalla pubblica amministrazione qualsiasi atto o documento, salvo eccezioni catalogate che possono portare ad un diniego, che deve comunque essere motivato. Sul lato operativo, usare il Foia non è molto difficile: esistono dei moduli che si possono scaricare anche dal sito del Ministero della Pubblica Amministrazione, in cui occorre semplicemente dare nome e cognome, un recapito telefonico, una e-mail e naturalmente il documento o l’atto che si vuole ricevere. Ma il problema è abituarsi ad avere un atteggiamento attivo e propositivo, dopo secoli di inerzia. Molto possono fare i social media. Ormai le pubbliche amministrazioni sono quasi tutte sui social, e spesso vi fanno un ottimo lavoro. Bene, con i social si può spesso ottenere un’informazione o un documento in modo molto più diretto che con le procedure del Foia, e persino in tempo reale. E’ una novità che può davvero rendere la trasparenza un’abitudine, una mentalità”. E il Formez sta misurando la trasparenza con un grande evento di selezione pubblica: il concorso in Regione Campania, voluto fortemente dal presidente Vincenzo De Luca, le cui preselezioni sono partire il 2 settembre presso la Mostra d’Oltremare. In ballo vi sono oltre 2mila posti a tempo indeterminato. Il Piano per il Lavoro si basa sui fabbisogni assunzionali rilevati – sono coinvolti circa 170 enti pubblici della Regione – e si fonda sulla procedura Ripam, diretta da una Commissione Interministeriale presieduta dal capodipartimento della Funzione Pubblica. “Garantiamo efficienza e trasparenza – spiega Talamo – perché abbiamo procedure sperimentate e assolutamente impenetrabili, al di là delle voci che qualcuno fa girare, del tutto infondate perché basate su presupposti inesistenti”. “Il Formez – aggiunge Sergio Talamo – ha messo in campo quasi tutta la sede storica di Napoli, dove è nato 56 anni fa, e molti addetti della sede di Roma, perché si tratta di una prova straordinaria. Noi siamo impegnati sui concorsi da oltre vent’anni, abbiamo selezionato oltre un milione di candidati, stavolta siamo di fronte a 304mila candidati per un milione e 200 mila domande, numeri importanti”. Le prove selettive si concluderanno il 24 settembre e sono articolate in due sessioni al giorno, di mattina e di pomeriggio. La correzione avverrà con un lettore ottico in seduta pubblica. Si ringrazia per la collborazione il Dottor. Sergio Talamo.