La ristorazione post-covid chiedera’ sempre piu’ professionisti intelligenti e giovani capaci, dara’
spazio all’innovazione e non all’ improvvisazione. Sono questi
alcuni elementi che emergono con un’indagine su oltre 70 fra
ristoratori, critici gastronomici e addetti ai lavori realizzata
dalla Scuola di cucina Tessieri del Centro Italia in occasione
delle iscrizioni ai corsi per i 32 posti tra cucina e
pasticceria e dedicati alla cucina e alla pasticceria del futuro
prossimo con inizio nel mese di maggio. Tra le altre indicazioni
che emergono e’ raccomandato il ristorante artigianale di
qualita’ che punta sul territorio, la freschezza delle materie
prime e l’accoglienza. Sono invece giudicati negativi i mille
piatti in menu e non consigliata “l’ideale finta cucina della
nonna”. Infine vengono bocciati i conti salatissimi e valutati
bene i locali che continueranno a investire nel delivery e nel
take away. Si raccomandano poche proposte ma preparate bene.
Nel dettaglio e in percentuale un intervistato su due (54%)
ritiene che la cucina che avra’ successo sara’ quella che si
fonda sul legame col territorio. Per il 31% a vincere sara’
l’essenzialita’ con una cucina di poche proposte ma fatte bene.
L’ 80% ritiene invece che il cambiamento piu’ significativo
all’interno della ristorazione sara’ la scomparsa
dell’improvvisazione. Infine nella classifica ideale delle
competenze al primo posto viene la professionalita’ (44%), al
secondo posto l’accoglienza (29%), al terzo la gestione del
marketing e della comunicazione digitale (23%).