Ristoranti aperti anche a cena, fino alle 22, in zona gialla. E’ la proposta lanciata dal Ministero dello Sviluppo Economico per «favorire la ripresa delle attività nel settore dei pubblici esercizi, in particolare bar e ristoranti». Il Mise ha chiesto un parere al Comitato Tecnico Scientifico e gli esperti, già nella premessa, ricordano che la situazione epidemiológica attuale, «pur mostrando una lieve diminuzione dell’incidenza nel paese, evidenzia ancora un rischio moderato/alto con un elevato impatto sui servizi assistenziali nella maggior parte delle regioni e province autonome». E sottolineano come il settore della ristorazione «presenta alcune criticità connesse all’ovvio mancato uso» delle mascherine, con «potenziale aumento del rischio in presenza di soggetti asintomatici», Non solo, secondo il Cts ci sono altri due fattori che richiedono «altri elementi di cautela» nel- Ristoranti aperti a cena Uno spiraglio dal Mise Clienti ai tavoli fino alle 22, ma il Cts frena gli entusiasmi: Con la riapertura dei locali misure anti-Covid meno efficaci» le scelte da fare «prima di adottare ulteriori allentamenti delle misure di contenimento». Ð primo è la ripresa delle scuole in presenza, per il quale bisognerà attendere almeno 14 giorni per valutarne l’impatto; il secondo è correlato «all’andamento in Europa della pandemia, che rimane a livelli di alta circolazione registrando, tra l’altro, una possibile maggiore trasmissibilità» dovuta alle varianti del virus. Per questo, è la conclusione degli scienziati, «circa la previsione di rimodulazione delle misure previste nelle diverse fasce di rischio, specificatamente per il settore della ristorazione in zona gialla e arancio, si rimanda alle val u taz ioni del decisore politico, segnalando tuttavia che una ri modulazione complessiva dei pacchetti di misure potrebbero modificare l’efficacia nella mitigazione del rischio». In ogni caso, sempre relativamente ai rischi, «andrebbero considerate le diverse tipologie dei pubblici esercizi, distinguendo tra ristoranti e bar». Toccherà alla politica, dunque, decidere se riaprire i ristoranti almeno fino alle 22, ma a spingere in questa direzione è anche Coldiretti: «La possibilità di apertura serale vale 1’80 per cento del fatturato di ristoranti, pizzerie e agriturismi duramente provati dalla chiusure forzate che travolgono a valanga interi settori dell’agroalimentare Made in Italy, con vino e cibi invenduti per 9,6 miliardi nel 2020», affermano il presidente della Coldiretti Ettore Prandini e il Consigliere delegato di Filiera Italia Luigi Scordamaglia. Anche alla luce dell’avanzare della campagna di vaccinazione, secondo le due organizzazioni, sarebbe fondamentale consentire ai ristoranti delle zone gialle e che dimostrano di rispettare i rigidi requisiti previsti, l’apertura serale fino all’orario di inizio coprifuoco.