“Purtroppo da sempre non si riesce a convincere i commercianti denunciare il pizzo, perché il territorio è controllato ancora da queste bande criminali che fanno paura.Poi subentra una sorta di acquiescenza dei commercianti che preferiscono tutto sommato pagare e stare tranquilli piuttosto che rivolgersi allo Stato e denunziare. E’ un fatto gravissimo che va avanti da troppo tempo”. Lo ha detto l’ex capo della procura nazionale antimafia Franco Roberti che è attualmente assessore alla sicurezza e legalità della Regione Campania, commentando la nuova emergenza racket nel centro storico di Napoli. Roberti ha spiegato che le denunce sono poche “anche si ci sono importanti associazioni antiracket che sostengono i commercianti per prevenire la tentazione di pagare. Questa situazione c’è da sempre ma la notiamo nelle emergenze: quando mettono una bomba da Sorbillo ci chiediamo, che succede? Succede quello che purtroppo accade da sempre. Il racket non è una novità anche se la risposta dell’autorità giudiziaria e delle forze dell’ordine è diventata molto tempestiva in questi ultimi anni e lo abbiamo visto in questi giorni con la lotta alle bande di minorenni. Purtroppo è anche problema di educazione ala legalità che deve partire dalle scuole e magari partisse anche dalle famiglie. Più di quello che fa lo Stato inteso come apparato investigativo e giudiziario credo sia ben difficile fare anche se si può organizzare tutto meglio e avere più risorse umane e finanziarie. Ma la repressione non basta, serve prevenzione nelle scuole, nella società”. Roberti ha spiegato che bisogna fare “politica antimafia, il che non significa solo parlare, ma produrre norme e organizzazioni per far funzionare quelle norme. Ha anche evidenziato che sui beni confiscati “abbiamo costituito l’Osservatorio regionale e adotteremo a breve il Piano triennale strategico per i beni confiscati”.