E col cuore napoletano: una scommessa vinta da Haruto Hashizume
San, attivissimo imprenditore 75enne che ha puntato 17 anni fa
PIZZA1sul prodotto simbolo di Napoli nel mondo. Tessera numero 148 su
520 affiliati in 28 Nazioni dell’Associazione verace pizza
napoletana (Avpn), da oggi ufficialmente fiduciario per Tokio e
la regione Kanto dell’organizzazione i cui dirigenti gli hanno
consegnato la targa in occasione della convention annuale,
ingredienti importati rigorosamente dall’Italia per applicare
alla lettera il ‘disciplinare’, Haruto non ha dubbi: ”La cosa
piu’ importante e’ la maestria del pizzaiolo, le sue braccia, le
sua mani”.
Per questo, sin dall’apertura del suo locale – ‘La piccola
tavola’, piu’ di 300mila euro di investimento iniziale – ha
utilizzato pizzaioli napoletani, ma la passione, quella si’, e’
anche e soprattutto la sua. ”Se non sei il primo a crederci –
spiega all’ANSA – non puoi fare nulla. E, dopo la nomina di
oggi, sento ancor di piu’ la responsabilita’ di interpretare il
mio ruolo”. A realizzare la margherita della ‘Piccola tavola’
(70 posti in un contesto da ‘cartolina’ partenopea) ci pensa il
napoletano Simone Sarnacchiaro, 25 anni. Haruto mette insieme
tutto il resto: la precisione nell’applicazione rigorosa del
disciplinare, l’utilizzazione del forno a legna, la sinergia di
25 addetti tra cui il suo nucleo familiare composto da quattro
persone, l’accoglienza agli esigenti clienti giapponesi, il 70
per cento dei quali non batte ciglio quando si tratta di pagare,
in fondo neppure tanto. Una margherita costa all’incirca 12 euro
(piu’ o meno 1580 yen) la piu’ economica, ma, specie in occasione
di festivita’ come San Valentino e Natale, si realizza anche la
piu’ costosa fatta con ingredienti particolari, dal costo di
circa 3mila yen.
Appartenente ad una pattuglia di 8 fiduciari giapponesi
dell’Avpn, dei quali alcuni pizzaioli/proprietari e altri solo
proprietari, Haruto Hashizume San non punta solo sulla pizza o
su Napoli. Ha due locali oltre alla pizzeria-trattoria targata
cucina Napoli: ‘La Farinella’, specializzata nella gastronomia
italiana in generale, e l’enoteca Yamazakiya, dove,
naturalmente, vi sono anche vini campani. In un contesto di
ispirazione all’Italia, resta, pero’, Napoli il suo ‘core
business’. Ma si vive bene facendo l’imprenditore con al centro
il disco tondo che affascina milioni di persone? ”C’e’ tanto
guadagno – dice – ma devi impegnarti con sacrificio e passione
e, soprattutto, motivare e pagare bene i tuoi collaboratori. Un
pizzaiolo professionista guadagna 4.600 euro lordi (poco meno di
2.700 netti), ma vanno valorizzati tutti nella giusta misura,
dai camerieri ai fornitori”.
Pizza e Napoli, Pizza e’ Napoli: questo il filo rosso che lo
lega anche alla citta’. ”Sono venuto molte volte, questa citta’
mi piace, anche se e’ molto diversa da Tokio”. Certo, sottolinea
sorridendo, ”cerco di fare uno sforzo per capire e comprendere
quando vedo sporcizia per qualche strada ma resto, comunque,
incantato dalla gente, dalla personalita’ dei napoletani”. E ai
pizzaioli all’ombra del Vesuvio, sollecitato, manda a dire con
umilta’: ”Non ho nulla da insegnare a dei veri e propri maestri,
pero’ invito tutti ad associarsi all’Avpn per crescere tutti
insieme, per mantenere il marchio della qualita’ nel mondo”.

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